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La Disciplinare sentenzia: “Basta omertà, Conte sapeva…”

Un’omertà assordante. Non vedo, non sento e non parlo. «Ma ora paghi» , dice la Disciplinare. Dieci mesi a Conte, 8 al “vice” Alessio. Per i “misfatti” di Siena – e gare annesse – colpiti anche Coppola (6 mesi), Vitiello (4 anni), Terzi (3 anni e 6 mesi), Pesoli (3 anni), Bertani (3 anni e 6 mesi), Drascek (3 anni e 6 mesi), Gheller (6 mesi), Pellicori (3 anni), Cassano (9 mesi), Catinali (3 anni e 6 mesi) e Bombardini (6 mesi). Ovviamente anche il Novara – per il comportamento dei suoi tesserati – con due punti di penalizzazione. Uno sconto sui 4 richiesti da Palazzi per «l’attenuante costituita dalla comprovata attività di sorveglianza e prevenzione posta in essere dalla società» . Cinque anni al presidente Camilli e retrocessione in Lega Pro per il Grosseto. Sentenze ampiamente anticipate, non attenuato il dolore dell’annuncio ufficiale. Le motivazioni, poi, fanno ancora più male. Al calcio.

LA DENUNCIA DELLA DISCIPLINARE– Spogliatoi corrotti, usanze “criminali”, una mentalità “mafiosa”. La disciplinare – con le sentenze – emette un grido di denuncia. Urla, la premessa: «C’è un clima omertoso che troppo spesso permea i rapporti fra i tesserati, il sottobosco di vari pseudoappassionati e – addirittura – di esponenti della malavita. Nelle combine – che si concretizzano anche a distanza di tempo – ci sono puntate di scommettitori per trarre vantaggi economici, ma anche ragioni di convenienza di classifica delle squadre partecipanti a una singola gara» . La connivenza dell’ambiente è il fenomeno più inquietante: «Spesso ci sono interi spogliatoi che sanno, tanto che si può parlare di un vero e proprio protocollo. Accordi perfezionati dai giocatori più rappresentativi o dagli stranieri per ragioni di nazionalità. Colpisce come certe intese vengano percepite dai tesserati come regole non scritte,
«Al suo vice Alessio 8 mesi perché non parlò in pubblico» Il 20 agosto l’appello sul filone Cremona.
CONTE E NOVARA-SIENA– Non crolla, si fortifica «l’attendibilità assoluta di Carobbio» . La Disciplinare se lo coccola nelle sue decisioni – nonostante confermi la partecipazione del pentito alle combine del Siena – e si scaglia contro la “vittima”Antonio Conte. Dieci mesi di squalifica per il tecnico bianconero perché – lo assicura anche Ficagna – «non c’è alcun motivo di risentimento di Carobbio nei suoi confronti, altrimenti avrebbe potuto coinvolgerlo anche in altri incontri (ad esempio, Siena-Torino)» . L’ex tecnico del Siena voleva il pareggio: « Negli atti è stata però raggiunta solo la prova che ne fosse a conoscenza, ne parlò nella riunione tecnica» , precisa la Disciplinare. Lo sapeva anche tutto lo staff: « La responsabilità di Alessio però è meno grave sia per il ruolo, sia perchè non parlò pubblicamente» . Il vice si becca 8 mesi.
GLI ALTRI TAROCCHI DI SIENA– Il collaboratore Stellini aveva patteggiato 2 anni e 50mila euro, dopo aver ammesso – con una dichiarazione scritta al processo – la combine con l’Albinoleffe: «Il fatto che abbia confessato di aver dato incarico a Carobbio e Terzi, al termine della gara d’andata, di andare a parlare con Garlini e Bombardini per sistemare la sfida di ritorno, è un ulteriore conferma. Anche in ragione del carattere e del ruolo che aveva all’interno della società– ben spiegati da Perinetti – fa ritenere poco credibile che Conte non fosse a conoscenza dell’iniziativa presa dal suo collaboratore Stellini» . Siena-Torino travolge, con uno stop di 3 anni, Pellicori per «il tentativo di alterare il risultato a favore del gruppo degli Zingari, non concretizzatosi perché ritenuta troppo bassa la quota» .
CAMILLI E IL GROSSETO– Spietata la Disciplinare col Grosseto e soprattutto il presidente Camilli: «Le dichiarazioni di Turati, Joelson, Carobbio e Acerbis non lasciano dubbi sul suo coinvolgimento. Voleva comprare la vittoria con l’Ancona, salvo poi non riuscirci a fronte della richiesta troppo alta di 100mila euro» . La Commissione punisce per 5 anni Camilli. I tifosi piangono per il club toscano: verrà retrocesso in Lega Pro, per responsabilità diretta, qualora non riuscisse a salvarsi nei prossimi gradi di giudizio. S’appellerà alla Corte di Giustizia Federale. Il 20 agosto si terrà il processo d’appello sul filone di Cremona. Sarà pure il secondo passo di Conte – che spera di arrivare al Tnas e scalare la squalifica a 3-4 mesi – dopo i 3 mesi e 200mila euro rigettati proprio dalla Disciplinare. Che, dopo il gelo “Artico”, ribadisce: «Il patteggiamento con l’art 23 non è un’ammissione di responsabilità da parte dell’istante, né un accertamento della fondatezza degli atti contestati» . E’ solo una scorciatoia? Non scongiura imbarazzi, né rompe quel “maledetto” silenzio del calcio.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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