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La dichiarazione d’amore Higuain: “Napoli, città speciale per chi ama questo sport. Callejon è un campione, Lorenzo merita il Mondiale”

Cos’è il genio? Fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione, diceva Philippe Noiret di «Amici Miei». Aggiungeteci un corpaccione immenso, un carattere ispido, qualche colpo di magia (anzi tanti colpi di magia), tanta generosità e altruismo, qualche dribbling e avrete il genio del calcio moderno: Gonzalo Higuain.
E poco importa che non ha segnato nelle ultime tre partite, che il digiuno sia lungo circa 249 minuti e che non gridi «gol» dall’89’ di Torino-Napoli. Il Pipita è un fenomeno sul serio. «Ho un contratto lungo (scadenza giugno 2018, ndr) e sono felice qui a Napoli. Ogni volta che esco per strada sento l’amore dei tifosi e a me questo piace molto; sono arrivato in una città ideale per un calciatore che ama questo sport». Finalmente qualcuno che non si lamenta, che dice le cose come stanno, senza se e senza ma. Fai di mestiere il fuoriclasse? E allora è giusto che la gente di travolga di coccole e di affetto. È così in tutte le storie d’amore.
«In estate sono stati convincenti sia De Laurentiis che Benitez. Mi hanno spiegato il progetto e mi hanno convinto a venire in Italia. E il presidente ha dimostrato di avere la mia stessa voglia di vincere». Un feeling esploso in poche ore, in un incontro di pochi minuti in una sala vip dell’aeroporto di Venezia. «Dirò sempre grazie al Real Madrid per quello che ha rappresentato per me: ho vissuto sette anni e ho imparato molto da gente come Van Nistelroy, Raul, Cristiano Ronaldo. Ma l’estate scorsa ho capito che era arrivato il momento di cambiare aria. E poi è stata decisiva un’altra cosa: quando De Laurentiis ha saputo il costo dell’operazione non ha tentennato, ha deciso subito di spendere quella cifra per prendermi. È importante che un presidente dimostri coi fatti tanta fiducia nei confronti di un calciatore; lui ha parlato poco e ha detto e fatto le cose giuste in quel momento».
Già. Non dice che chi invece fino a quel momento ha tentennato, cercando il ribasso come a Wall Street è stata soprattutto la Juventus. Affascinata da Gonzalo, ma non al punto di spendere 38 milioni di euro. Higuain racconta e si racconta nell’intervista rilasciata ieri a «In casa Napoli», in onda su Piuenne. «Conoscevo la città perché in Argentina quando ero piccolo si parlava sempre di Maradona. Mi ha portato al mondiale (in Sudafrica, ndr) nonostante avessi solo 22 anni e nonostante avessi giocato appena due partite nelle qualificazioni. E queste cose non si dimenticano».
Non pensa affatto che il -17 dal primo posto e dalla Juventus renda negativo il bilancio della stagione. «La costruzione di una grande squadra richiede tempo e lavoro. Contro la Juve, il Borussia Dortmund e l’Arsenal, il Napoli ha sempre offerto prove strepitose. Ma, in campionato, ha lasciato per strada troppi punti quando ha affrontato rivali di caratura inferiore. È una questione di concentrazione, di esperienza, di mentalità vincente che si acquisisce con il tempo».
È quasi il momento, per Higuain per tirare le somme: «Abbiamo cambiato allenatore, molti giocatori e modulo di gioco: nonostante questo siamo terzi in classifica e in maggio contenderemo la Coppa Italia alla Fiorentina. La Coppa Italia è un trofeo prestigioso. Senza dimenticare che siamo il secondo attacco d’Italia».
Esalta i suoi compagni. Ma si sofferma in particolare su Callejon e Insigne. «Josè era con me a Madrid, sapevo che appena ne avrebbe avuto la possibilità sarebbe esploso ma credo che in futuro possa fare persino meglio. Lorenzo? Il tempo è dalla sua parte e spero tanto che vada in Brasile con la Nazionale azzurra. Io non sono il ct dell’Italia ma se lo fossi non avrei dubbi a convocarlo».

Fonte: Il Mattino

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