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La dialettica misteriosa del Napoli, le domande evase da Benitez e sul futuro…

L'atteggiamento avuto da Benitez ieri sera fa pensare che l'avventura italiana volge al termine

L’Italia cambia. Napoli pure. Napoli è la più splendida Città della Campania ed una delle Meraviglie del Pianeta. E’ la Città dove si pratica, si disputa il campionato nazionale di Serie A. Le altre sono Castellamare di Stabia, a seguire poi Avellino, Benevento, Sorrento, Nocera e Pagani. Quante volte ho ripetuto queste cose!

I ricordi di Krol, Clerici, Hamrin, Maradona e compagni nel ricordo indelebile dei conoscitori. Certo. Quelle vecchie faine non avrebbero commesso gli errori commessi dal Napoli di Benitez, pur sempre così misurato e contro il Torino insolitamente disinvolto! A tal punto di far apparire la squadra di Ventura come una grandissima compagine, Soprattutto in possesso di un gioco che in realtà non ha Il Napoli può vincere, anche con gli elementi che ha a disposizione, deve però riportarsi verso gli schemi che le sono più congeniali e che sono quelli pur apprezzati nella prima parte della stagione, rivisti nella bella affermazione avvenuta lunedì sera contro il Sassuolo. Napoli cambia, dicevamo; farà bene a cambiare un tantino anche Rafa Benitez, spostandosi verso una ricerca meno sommaria degli elementi migliori, guardando anche in quel modesto ma interessante vivaio creato, dieci anni fa, da Peppino Santoro ed oggi affidato alle cure di Grava. I tecnici sono padronissimi di poter muovere le pedine come ritengono, i presidenti però sono altrettanto padroni di imporre al tecnico la politica sportivo – sociale che viene ritenuta più giovevole, agli interessi del sodalizio.

Nel dopo partita di Torino – Napoli ho ascoltato dalle onde del salotto della D’Amico ad una tesa conferenza stampa del Napoli. Al proscenio Rafa Benitez. Talmente splendida da indurmi ad ascoltare attentissimo tutte le domande e tutte le risposte;

Avrei voluto parlare con Benitez della prossime partite, quella con la Lazio, mercoledì sera all’Olimpico (Torino è andata!);  e quella, ancora più importante, con l’Inter di Mancini, domenica sera al San Paolo; lo faccio attraverso alcuni portali di informazione;  azzardo un pronostico condito anche da mie personali preoccupazioni: “Se Benitez, ha assistito, e da solo o insieme a pochi del suo staff, alla partita Inter-Fiorentina e a Sassuolo–Lazio, guardandole con grande attenzione, solo in questo caso e solo se tutto ciò è avvenuto, il Napoli farà risultato a Roma e con l’Inter, tenendo aperta la faccenda secondo posto con ingresso diretto in Champions League, non potendo comunque cominciare  a preparare la stagione 2015 – 2016, programmando il ritiro precampionato ed impostando  il Presidente e a Bigon, la campagna trasferimenti”.  Perché? Semplice: Benitez va via!

L’atteggiamento avuto dal tecnico spagnolo trapiantato a Liverpool con le televisioni nazionali dopo la gara persa malamente con il Torino fanno chiaramente capire che l’avventura italiana volge al termine. Non ha richieste ufficiali, per adesso, né lui né il suo procuratore ma entrambi sanno bene che sono tantissime le possibilità che si apriranno per loro appena questo campionato finisce.

Da quel gran professionista che è punterà senza alcun impedimento sia al secondo posto, sia all’Europa League che alla Coppa Italia.

Il Napoli lo sa bene. Infatti da informazioni certe sappiamo che già in due occasioni gli uomini del presidente si sono incontrati con Spalletti. E, continuo a pensare alle tante domande che avrei voluto fargli e che non so se riuscirò mai a fargli.

Un suo pensiero sulle tante critiche che ricevono sia il mercato estivo che quello invernale del Napoli; Il clima tossico che si respira attorno al Napoli. Disordine e confusione alimentate per creare barricate tra Benitez e i media, tra Bigon e i media. “L’ira contro i media”. Una radio, un twitter, un sito web ed i grandi giornali, quei quotidiani, diciamo, storici. Oltre all’accanimento continuo e feroce che hanno gli opinionisti, specie quelli di Sky, con il Napoli ed il suo garbato allenatore.

La dialettica del Napoli è misteriosa, dico misteriosa per non dire incomprensibile. Le manovre si avvolgono attorno a questa nostra società come rampicanti complicati e difficili.

Nando Troise

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