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La curiosità: Papa Francesco tifoso dell’ex squadra di Lavezzi

Il primo tweet, quasi in tempo reale: “Il cardinale Jorge Mario Bergoglio, hincha (tifoso, ndr) del San Lorenzo, è il primo Papa sudamericano e argentino”. Il secondo, aggiunge un dettaglio: “E’ un orgoglio per il nostro club sapere che il primo Papa del Sud America è un socio del San Lorenzo, guarda…”. Segue foto della tessera, la numero 88235N-O, datata 12 marzo 2008.

Da lì in poi i siti che parlano di calcio sudamericano vanno in tilt e raccontano i particolari di una passione che in Europa pochi conoscevano: quella tra il neo Pontefice e il Club Atletico San Lorenzo de Almagro (Casla), esatta denominazione della società sportiva.
“Il Papa è sempre stato un nostro tifoso, l’origine del club è cattolica, fondato dal prete salesiano Lorenzo Massa con la chiara e primaria intenzione di togliere i ragazzini a rischio dalle strade; abbiamo anche una cappella nella quale Bergoglio, quando era cardinale, celebrò messa e diede la prima comunione a molti giovani”, spiega con entusiasmo e commozione la portavoce della polisportiva, Marceloa Nicolau.

“Il Papa è  stato molto felice di celebrare messa nella nostra cappella anche perchè da lì si vede il Gasometro, il nostro nuovo stadio. Quando è stato fatto socio onorario gli abbiamo regalato il gagliardetto e una maglia da gioco con i nostri colori”, racconta ancora Marceloa mentre twitta le immagini di Papa Francesco che mostra i doni del club.

Al San Lorenzo ammettono: “In tutta onestà speravamo che ce la facesse perchè sapevamo che aveva alcune buone possibilità; d’altronde, lui fa il tifo per noi ma noi facevamo un tifo da matti per lui, eravamo tutti in ansia: oggi per noi è una giornata fantastica, cercate di capirci…”.

La società insiste nel quartiere Boedo di Buenos Aires, è una polisportiva ma il suo fiore all’occhiello è la squadra di calcio, maglia rosso e blu a strisce verticali. E la sua storia è una bella storia. Carica di significati anche sociali e umani.

Ai primi del 1900 un gruppo di ragazzi di Almagro iniziò a giocare nelle strade sfidando le squadre dei quartieri vicini e facendosi chiamare Los Forzosos de Almagro. Ma col tempo e l’aumentare del traffico,  quel campo improvvisato divenne un pericolo che si manifestò quando un ragazzino fu investito da un tram durante una partita improvvisata. A quel punto il prete salesiano Lorenzo Massa decise di ospitare le partite nel cortile dell’oratorio della sua parrocchia in Calle Mexico. In cambio dello spazio a disposizione i ragazzi si impegnarono a seguire la messa ogni domenica. Il primo aprile 1908 la squadra fu fondata ufficialmente, e venne chiamata San Lorenzo de Almagro in onore di padre Lorenzo e del quartiere.

Nel 1933 arrivò il primo successo in campionato. Il secondo titolo giunse nel 1946, quando il San Lorenzo interruppe il dominio di River Plate e Boca Juniors che avevano vinto 10 degli ultimi 12 titoli. Oggi i titoli argentini vinti sono 13. Con la maglia blu e rossa hanno giocato campioni come Ezequiel Lavezzi, ora al Psg ma sempre idolo a Napoli e Diego Pablo Simeone, allenatore dell’Atletico Madrid e forte centrocampista, tra gli altri, di Inter e Lazio.

Il Papa, come tutti i tifosi, ha nel cuore una formazione preferita delle tante che ha visto giocare. “Certo – replicano pronti dal club – è quella che vinse nel 1946, dove giocavano calciatori come Farro, Pontoni e Martino. Ce ne ha parlato lui stesso. E poi dovete sapere che suo padre amava lo sport e ha giocato a basket”.

Los cuervos, i corvi, così si chiamano i tifosi del club. E “Papa Cuervo” è anche il saluto che compare sul sito del San Lorenzo. Un club dove adesso, ovviamente, sono tutti molto contenti e non lo nascondono. “E’ vero, è uno choc felice – ammette la portavoce della società – tutti noi che qui nella società abbiamo conosciuto il nuovo Papa conserviamo il ricordo di una persona umile e sempre molto vicina ai più piccoli, capace di emozionarsi e di gesti semplici e solidali nei confronti di chi ha bisogno. Una magnifica persona. Sì, umile e speciale al tempo stesso”.

Fonte: La Repubblica

La Redazione

M.V.

 

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