Sandro Mazzola, grande campione degli anni Settanta, firma sull’Osservatore Romano un pronostico sugli Europei. È la prima volta che il giornale del Papa ospita un calciatore come cronista. I giudizi di Mazzola iniziano dalla nazionale spagnola, campione in carica, ma composta a suo dire da «giocatori un po’ appannati e stanchi» anche se tutto dipenderà dalla bravura dell’allenatore Del Bosque per vedere se «è riuscito a ricaricare le pile ai calciatori». Chissà.
Poco favorita anche l’Inghilterra che ha avuto «diverse difficoltà» e sconta un periodo non facile così come l’Olanda: «Ha ottimi calciatori e di grande tecnica, ma bisognerà vedere se avranno voglia di giocare».
Sulla Germania, invece, Mazzola si sbilancia e sembra quella essere effettivamente la squadra giusta sulla quale puntare. «Ha tra le sue fila tanti figli di immigrati, con quella sete di vittoria, quella carica in più che ti viene quando alle spalle hai storia di povertà». E poi possiede Schweinsteiger «che sarà tra i protagonisti assoluti di questa competizione».
E gli azzurri? Su di loro pesano le troppe polemiche e una situazione «non facile». «La squadra avrà bisogno di tre leader per ogni settore, De Rossi alla difesa, Pirlo al centrocampo e, infine, l’ago della bilancia, in attacco Balotelli». Mazzola comunque non ha dubbi: «Proprio da lui dipenderà buona parte delle sorti azzurre in questo Europeo».
Infine non manca una staffilata: «In Italia sembra scomparsa la grande tradizione dei grandi difensori, ma anche quella delle ali dal dribbling ubriacante o dal geniale numero 10».
Anche il Papa ha voluto lanciare un segnale di attenzione a questi Europei. «Il calcio, in quanto sport collettivo, può aiutare a superare l’egoismo e l’individualismo che caratterizzano la società contemporanea». Una convinzione che Benedetto XVI esprime in un messaggio diretto al presidente della Conferenza episcopale polacca Jozef Michalik. Sullo sfondo le sorti dell’euro. «Lo sport di squadra, qual è il calcio, educa allo spirito di sacrificio personale in vista del bene dell’intero gruppo, alla valorizzazione delle doti di ogni elemento che forma la squadra; in una parola, a superare la logica dell’egoismo».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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