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La cura di Higuain è soltanto il gol. Intanto il Pipita sfida il Brasile con la sua Argentina

«Sto bene. Ma ovviamente sto meglio quando si vince», ecco le parole della discordia dell'ex attaccante del Real Madrid

Marilyn Monroe sulla T-shirt bianca per ritrovare l’ispirazione e l’amichevole meno amichevole che c’è per non perdere la concentrazione in vista di Inter-Napoli: benvenuto in Cina, Gonzalo Higuain. E per la precisione nel mega caos di Pechino: è al cosiddetto Nido d’Uccello, addirittura famigerato per il popolo azzurro dopo la polemica notte di Supercoppa 2012, che domani il Pipita indosserà la maglia dell’Argentina per sfidare il Brasile (ore 14.05 italiane). La Seleçao del collega Rafael Cabral: un bel testacoda portiere-centravanti, non c’è che dire. Un test importante che accompagnerà Gonzalo al testa a testa importantissimo con Handanovic (e l’Inter): niente sconti alla ripresa, sarà caccia forsennata al primo gol in campionato. «Sto bene. Ma ovviamente sto meglio quando si vince».

POPOLARE (IN) CINA. E allora, lo sbarco in Oriente. Trionfale sin dal momento dell’atterraggio: se Messi è stato accolto da un’autentica ovazione, Higuain ha scoperto di avere una certa popolarità tra i fan cinesi. E come lui anche Di Maria e Lamela. Già, niente male l’indice di gradimento del Pipita, però Martino, il Tata c.t., dopo il primo allenamento andato in scena ieri al centro Olimpico, non ha fatto trapelate neanche un’indicazione di formazione.

AMIGO RAFAEL. Fatto sta che, dopo aver saltato l’amichevole in Germania con i campioni del mondo per un problemino muscolare rimediato proprio in allenamento, il Pipita ha voglia di mettere il piede nel ciclo del nuovo allenatore; e meglio ancora se già domani con il Brasile, piuttosto che martedì a Hong Kong. La Seleçao dell’amigo Rafael: incrocio del destino, quello tra i due, la testa e la coda di un Napoli che aspetta ancora di rivedere le versioni migliori. E se il problema di Rafael è dovuto più alle certezze da riconquistare dopo il grave infortunio che ad altro, i tormenti di Higuain sono legati al gol in campionato.

DOLCE EUROPA. Un gol diventato tabù: sei giornate, altrettante partite, un rigore sbagliato con il Chievo e nessun graffio da segnalare. Con le ultime scene degli errori con il Torino, in serie davanti a Gillet, riprese e raccontate dalla Spagna all’Argentina: la notizia non è quando segna, piuttosto quando sbaglia. Una storia strana ma non ancora drammatica, nel senso che all’astinenza italiana di sei mesi – prolungata dalla tripletta realizzata il 13 aprile al San Paolo con la Lazio -, fa da contraltare una certa regolarità in Europa: un gol nei preliminari di Champions e due in Europa League in altrettante partite.

PROGETTI FUTURI. Rafa, comunque, non è preoccupato, e nel frattempo pensa anche al varo di una soluzione alternativa che, tra un po’ e dopo qualche prova, potrebbe portare Higuain sulla trequarti e inserire Zapata di punta. A onor del vero, neanche Gonzalo è preoccupato (ai microfoni di Gamenet): «Napoli è una bellissima sfida: mi fa piacere stare in questa squadra e ovviamente mi farebbe ancora più piacere se se si vincesse qualcosa». Il fatto, però, è che senza i suoi gol e senza le sue invenzioni la rinascita diventa più complessa e la risalita più lenta. E invece, il tempo degli azzurri è quasi scaduto: il ritardo dalla vetta è già forte.

Fonte: Corriere dello Sport

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