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La Coppa Italia è del Napoli, è il primo trofeo dell’era De Laurentiis

Mimmo Carratelli ci fa rivivere la sfida finale contro i bianconeri

Venticinque anni dopo Maradona, undici leoni azzurri riconquistano la Coppa Italia a Roma nella finale  contro la Juventus (2-0). Rigore di Cavani, raddoppio di Hamsik. Tutto nel secondo tempo. La Juve  imbattibile (42 partite) è stata battuta da un Napoli splendido per dedizione, compattezza, grande  generosità. E’ la quarta Coppa Italia per il Napoli. Contro ogni pronostico, contro la Juve affamata, contro la  Juve campione d’Italia. Finisce con le lacrime di Lavezzi. Finisce col canto irresistibile. Oj vita mia.  Trentamila napoletani esultano all’Olimpico. È il primo trofeo dell’era De Laurentiis. Il Napoli ha lottato  come non mai. Ha sorpreso la Juve con un inizio tambureggiante, ha subito la riscossa bianconera, ha  resistito. E’ andato a segno e poi si è rannicchiato sotto la pressione furente della Juve. De Sanctis ha  sventato tre tirigol (uno nel primo tempo di Marchisio, due nella ripresa di Bonucci e Pepe). La difesa ha  liberato alla garibaldina. La Juve ha creduto di potere acciuffare il pareggio sullo 0-1, ma è scattato il  micidiale contropiede azzurro che ha messo il sigillo sul match. Se era stato ineccepibile il rigore quando  Storari atterrava Lavezzi e Cavani dal dischetto era perfetto (63’), il raddoppio era una azione da manuale. Inler (un lottatore fra i lottatori azzurri) bruciava l’offensiva bianconera partendo alla grande da  centrocampo, la palla andava a Pandev (Juve scoperta), assist per Hamsik sulla destra e diagonale sul palo  opposto (83’). La Coppa era del Napoli. Marekiaro dovrà tagliarsi la cresta, come promesso. Il Napoli andrà  dritto in Europa League, ammessa ai gironi, senza preliminari. Juventus nervosa. Espulso Quagliarella per  gomitata ad Aronica (89’). Juve in dieci nel recupero (5 minuti), tutta avanti, ma frenata e respinta dalla difesa azzurra, palloni allontanati di forza, battute furenti a mandar lontano il pallone. L’addio di Del Piero è stato un funerale. Si è visto poco in campo (67 minuti).  L’addio di Lavezzi è stato invece un bell’addio (72  minuti). Il Pocho è stato l’arma azzurra che ha disorientato la difesa bianconera per tutto il primo tempo. E’  stato il Lavezzi migliore degli ultimi tempi. Quando si è arreso alla stanchezza, Pandev che ne prendeva il  posto sganciava l’assist del raddoppio. Tutti sugli scudi i giocatori del Napoli. In partenza, Conte regalava al  Napoli un paio di giocatori, i peggiori della squadra bianconera, l’esterno sinistro Estigarribia, lo stesso  Lichtsteiner.  Ma il grande ardore del Napoli, la lotta in tutte le zone, in ogni angolo, ha cancellato l’intero centrocampo juventino. Pirlo ha inciso poco, Vidal e Marchisio non sono stati gli stantuffi soliti. Perché tutto il Napoli si batteva allo spasimo, c’era una grande solidarietà in campo, una squadra compatta, tutti per uno e uno per tutti. Inler e Dzemaili autentici leoni. Ha vinto il collettivo azzurro sul più celebre  collettivo bianconero. Il Napoli ha tolto alla Juve grinta, organizzazione, velocità. Cancellati gli attaccanti.  Quando sono entrati Vucinic e Pepe (incredibilmente esclusi in partenza) la Juve ha acquistato pericolosità.  Ma il Napoli, schiacciato in difesa, ha offerto pochi spiragli alla Juve e quando sono arrivati i tiri pericolosi di   Bonucci e Pepe, De Sanctis è stato straordinario. Rivincita a Pechino per la Supercoppa. Rumba azzurra nel  primo tempo. Per lunghi tratti la Juve non riesce a ripartire. I guizzi di Lavezzi disturbano la difesa bianconera. Anima, cuore, aggressività, coraggio. Il Napoli si batte a testa alta. Sa chiudersi, contende ogni  pallone. C’è molto Lavezzi. C’è Zuniga che si batte in avanti (Lichtsteiner in difficoltà) e recupera in difesa. Del Piero sembra accerchiato. Maggio impegna Caceres. E’ una battaglia senza esclusione di colpi (40’ solo  Marchisio ammonito quando interrompe a metà campo lo spunto di Inler in contropiede). L’inizio è tutto del Napoli, la Juve sembra sorpresa. Zuniga domina a sinistra. Campagnaro va in profondità a destra seminando il vuoto. Eccolo che salta Pirlo e Caceres. Sul cross, Zuniga schiaccia di testa, ma Storari non si fa sorprendere dal rimbalzo del pallone (2’).  Poi un dubbio fuorigioco ferma Cavani davanti a Storari sul lancio  di Lavezzi (10’). Ecco il Pocho che va, punta centrale, evita Bonucci, ma conclude a lato (11’). C’erano ai lati  Hamsik e Cavani in buona posizione. La Juve si riprende. De Sanctis deve sventare una gran conclusione di  Marchisio dalla distanza (18’). La squadra di Conte va a fiammate. Pirlo arretra molto per impostare il gioco.  Ma è ferrea la guardia su Del Piero e Borriello. Il Napoli fila meglio sulle fasce. E, a centrocampo, è fitta la rete azzurra per imbrigliare gli avversari. Inler e Dzemaili si battono da guerrieri. I difensori sono ben protetti. Sul cross di Lavezzi da destra, Hamsik dopo Cavani non arriva per la deviazione in gol (28’). Il Napoli sa essere compatto sulle avanzate juventine. In finale di tempo, De Sanctis non si fa sorprendere dalla  punizione di Del Piero. Riparte bene il Napoli nella ripresa nonostante il grande dispendio di energie nei  primi 45 minuti. Del Piero invoca inutilmente il tifo bianconero. Il rigore di Cavani è il primo colpo. Allora  Conte cambia: Vucinic per Del Piero, Pepe per Lichtsteiner (67’).  Anche Quagliarella per Borriello (72’).  Lavezzi esce tra gli applausi, entra Pandev (72’). Sulla destra Pepe semina il panico. Ma Zuniga e Aronica  resistono su quel lato. Cavani accorre in difesa. IlNapoli difende con i denti. Non riesce più a ripartire. I due  miracoli di De Sanctis (70’ su Bonucci, 73’ su Pepe) mettono il bavaglio alla Juve. Il Napoli è schiacciato, ma resiste, resiste. Il raddoppio è la mazzata finale alla Juve, è ilpremio al grande coraggio del Napoli. C’è  Dossena per Hamsik (85’), c’è Britos per Cavani (92’). C’è l’espulsione di Quagliarella. E il Napoli (5 minuti di  recupero) finisce all’attacco con una Juve che si arrende.

Fonte: Il Roma

La Redazione

M.V.

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