Benitez riesce finalmente a regalarsi una serata di leggerezza: non è stata una notte da urlo, però il Napoli se l’è presa lo stesso. Rafa riprende fiato, ingloba ossigeno, ripulisce i pensieri anche in Europa League, dopo la batosta di Berna che aveva rischiato di rovinare i piani dello spagnolo. «Nella mente ho la beffa dello scorso anno in Champions, quando con dodici punti non siamo riusciti a passare il turno. Allora volevo vincere, è vero,ma era importante farlo anche in questa maniera. E così dopo il secondo gol ho chiesto ai miei di continuare a spingere, in modo tale da metterci al sicuro anche nella differenza reti». La vendetta è consumata. In maniera completa, allora. Battuto lo Young Boys, avversario morbido (e qui non è il caso di tornare sugli errori di 15 giorni fa in Svizzera) patendo appena un po’, diremmo il giusto, visti i tempi. «Abbiamo avuto la gara sempre in mano e sono contento per i tre gol che ha realizzato DeGuzman: non è una questione di ruoli, ma di come interpreti le cose. E De Guzman lo ha fatto a meraviglia. Non posso che essere contento». Anche perché Rafael non prende gol per la seconda gara consecutiva e visto l’andazzo anche questa è una grande notizia. «Fino ad adesso gli è mancata solo un po’ di fortuna. È stato bravo in alcune circostanze,ma è bravo soprattutto nel corso della settimana a lavorare sodo e a continuare a credere in quello che fa». Successo travolgente e incoraggiante. Il Napoli-2 questa volta se la cava egregiamente e fa bene la sua parte: «Adesso sono un fenomeno? Ma no, dovevamo però dimostrare il valore di tutta la rosa: il turnover può essere fatto solo a patto che tutti abbiano fiducia nel modulo e nei propri mezzi. E mi pare che la risposta che volevo è arrivata». Se poi regala una qualificazione ai sedicesimi (serve non fare disastri a Praga e battere la cenerentola del girone, lo Slovan, all’ultima giornata) e restituisce un minimo di fiducia a Zapata, che pure ne sbaglia un paio che neanche lo sciagurato Egidio, allora il discorso è completo. «Lui è una prima punta quindi deve fare gol: ma è stato bravo nelle sponde e mi pare abbia fatto un assist eccezionale», spiega ancora Rafone. Insomma, non è l’alter ego di Higuain, ma bisogna accontentarsi, e prendere quello che passa il convento. «Mi è piaciuto il modo con cui la squadra ha approcciato alla partita: ha spinto sempre, senza avere fretta o impazienza. È quello che voglio», dice. Il leit motiv della serata è il rilancio delle riserve, dell’altro Napoli, nella coppetta europea. «La squadra sta crescendo anche grazie alla nostra rosa.Obiettivi? Ragioniamo partita dopo partita, quest’anno abbiamo giocato bene tante partite come contro il Chievo, con il Palermo o a Bergamo ma non le abbiamo vinte: resta l’amarezza, ma se arrivano i risultati è più facile crescere». E in questa ottica Firenze è davvero un esamedi maturità. «È un avversario di qualità,pieno di giocatori di esperienza e con una gran voglia di vincere. L’importante è conservare questa mentalità: ai passi falsi dell’inizio è il caso di non pensare più. Concentriamoci sui prossimi avversari e proviamo a far bene anche a Firenze». L’unico rimpianto è per il deserto sugli spalti (12.283 i paganti): «I tifosi per me sono davvero importanti. Sentiamo il loro affetto e andiamo avanti insieme a loro ».
Fonte: Pino Taormina per il Mattino
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