È arrivato anche il suo momento, quello di Blerim Dzemaili, uno dei protagonisti della passata stagione con sette reti complessive, davvero tante per un centrocampista. Ed il destino vuole che il suo rientro da titolare coincida con la sfida al Torino, la squadra che lo rigenerò dopo un infortunio al ginocchio riscattandolo dal Bolton, club britannico, e poi cedendolo l’anno successivo al Parma in comproprietà. Ma il Toro è anche la squadra, l’unica nella sua carriera, a cui lo svizzero di genitori slavi, ha realizzato una tripletta. Avvenne lo scorso campionato, a nove partite dal termine, in piena corsa-qualificazione in Champions. In una gara tiratissima e ricca di gol (5-3 per il Napoli). Dzemaili portò i suoi in vantaggio due volte e poi acciuffò il tre a tre prima che una doppietta di Cavani chiudesse i giochi. Eppure Dzemaili, professionista esemplare e sportivo d’elezione, non si lasciò andare a manifestazione di esultanza eccessive. Ebbe rispetto per quel club che aveva creduto in lui e che in quella stagione conobbe un’amara retrocessione. Si limitò a ricevere il caloroso abbraccio dei compagni, in particolare di Behrami, con cui aveva retto il centrocampo in quella partita. Ma negli spogliatoi era il più felice di tutti. Non gli era mai capitato di siglare una tripletta. Aveva consumato una bella rivincita sul piano personale dal momento che veniva impiegato a singhiozzo da Mazzarri. E già pregustava il ritorno in Champions League, magari ritagliandosi più spazio e diventando un giocatore importante per il Napoli. Così, invece, non è stato perché Benitez non ha voluto scindere la coppia di centrocampo, Behrami-Inler, nella massima competizione internazione. E Dzemaili, se n’è rimasto seduto in panchina tranquillo, così come aveva accettato le scelte dell’allenatore in cinque partite su otto del campionato.
SFIDA DA EX – Ma ora sta per suonare la campana anche per lui. Dzemaili quasi certamente andrà in campo contro i granata ma per fare tandem con il suo vecchio compagno dei tempi dello Zurigo, Gökhan Inler, mentre Behrami dovrebbe riposare. E chissà che non sfoderi un’altra prestazione di puntiglio, tipo la gara di ritorno di marzo scorso, e magari corredata anche da qualche altro gol dalla distanza, la sua specialità. Al Toro, Dzemaili deve gran parte della sua carriera. Venne rilevato dal Bolton nel 2008, dove non aveva mai giocato a causa di un intervento al ginocchio, in prestito con diritto di riscatto. E dopo aver collezionato trenta presenze, il presidente Cairo lo rilevò per intero cedendolo al Parma in comproprietà. E Dzemaili non ha mai dimenticato l’esperienza rigenerante di Torino avendo come allenatori prima De Biasi e poi Camolese. Ma oggi, niente sentimentalismi, Blerim ha voglia di ritagliarsi un ruolo importante in questo Napoli.
CON BENITEZ – Per il tecnico spagnolo, il centrocampista della nazionale svizzera gode di buona considerazione a prescindere da quanto l’abbia impiegato. Don Rafa ritiene Dzemaili, un calciatore così duttile da poter utilizzare sia da incontrista che da rifinitore, o anche da finalizzatore. E mai come in questo periodo, così intenso di impegni, c’è bisogno di un elemento capace di ricoprire più ruoli per far tirare il fiato a compagni un po’ affaticati. Oggi, probabilmente, Dzemaili dovrà badare più alla fase attiva che a quella di rifinitura, mancando Behrami. Ma se capita, non si lascerà pregare. Di sicuro, l’intesa con Inler non dovrebbe mancare visto che nello Zurigo prima e nella Nazionale elvetica poi hanno agito spesso in tandem.
CONTRATTO – Dzemaili, 27 anni, corteggiato in estate da più di un club italiano, ha il contratto in scadenza nel 2015. E tra un po’dovrebbe anche allungarlo. Ecco perché ci tiene a dimostrare che il Napoli farebbe bene a trattenerlo dal momento che risulta sempre prezioso quando c’è da procedere con il turn over.
Fonte: Il Corriere dello Sport
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