Svettano tra la folla. La biondina sguardo azzurro, la mora col caschetto e gli occhi scugnizzi. Sciarpe Forza Napoli, piumino griffato, jeans stretti da ventenni modaiole. Tra le mani l’ultimo GQ, magazine delle passioni maschili si autodefinisce la rivista. La sfogliano camminando verso la Tribuna Posillipo. «Guarda che tatuaggi! Questo, sul braccio, è per il figlio, quando segna lo bacia. Lo adoro!» dice la prima. «Ma dove avranno scattato queste foto? Che tappezzeria orrenda. Guarda questa, fa una rovesciata sul letto. Un mito!» cinguetta la seconda.
Ecco spiegato il perché del giornale. C’è lui, Ezequiel Ivàn Lavezzi, protagonista di un articolo del regista Paolo Sorrentino alias Tony Pagoda, cantante confidenziale del suo romanzo «Hanno tutti ragione». Di Sorrentino e Pagoda non sanno nulla. Del Pocho tutto. Mi mostrano l’attrezzatura da stadio. Maglietta 22 sotto il piumino, in tasca un binocolo a testa. Per guardare solo lui. «Come solo lui? E gli altri?» chiedo curiosa. «Tanto la partita la fa sempre il Pocho» chiosa la brunetta con sicumera da commentatore sportivo. Minuto per minuto non fanno altro che sbirciarlo. «Vedi – mi spiegano – lui è uno spettacolo a parte. Anche senza pallone. L’hai mai notato quando si ferma e incrocia le gambe. Sembra che gli scappi». No, non l’ho notato. «E l’ingresso in campo? Non mi dire che ti sei persa anche quello?». Ridono e se ne vanno. A guardare la partita dal loro particolarissimo punto di vista. E, a proposito di punti di vista, fa discutere anche una scelta di Sky che durante la partita ha inquadrato più volte lo stesso gruppo di tifosi del Napoli, un gruppo tra i più pittoreschi.
La Redazione
P.S.
Fonte: Il Mattino
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