Difensore rivelazione dell’Hellas di Ivan Juric, Marash Kumbulla ha conquistato tutti a Verona, attirando su di sé anche l’attenzione di molti club di prima fascia. L’italo-albanese ha risposto ad alcune domande rivoltegli dai tifosi gialloblù in una diretta Instagram sul profilo ufficiale degli scaligeri. Queste le sue dichiarazioni più significative:
Hai segnato già un gol in Serie A.
“Devo ringraziare Veloso per l’assist, conosciamo le sue qualità. Mi ha servito ottimi assist anche in altre occasioni, ma non sono riuscito a segnare, purtroppo”.
Che spiegazioni ti sei dato per la stagione straordinaria che stai disputando?
“So solo che mi sono allenato duramente, cercando di dimostrare al mister le mie qualità. Lui ha creduto molto in me, grazie a lui ho avuto l’opportunità di debuttare in Serie A. Ho provato a sfruttarla al massimo, e anche grazie ai miei compagni sono riuscito a coronare il mio sogno”.
Quando hai capito che sarebbe stata una stagione importante?
“L’ho realizzato alla prima partita in Serie A. In altre stagioni avevo fatto i precampionati, partite in Coppa Italia, ma non avevo mai giocato in A. Quando ho esordito ho capito che avrei potuto ritagliarmi il mio spazio. Di titolari non ce ne sono: il mister schiera sempre chi sta meglio”.
Chi ti ha aiutato a credere in te stesso?
“D’Amico ha sempre creduto in me, già dall’anno scorso, quando non ho avuto opportunità per problemi fisici. Mi ha dimostrato più volte di credere in me, quest’anno ho inoltre avuto la fortuna di incontrare Juric. Poi ovviamente il mio procuratore e la mia famiglia”.
Quest’anno sei cresciuto dal punto di vista atletico.
“Il mister mi ha aiutato tanto, in ritiro abbiamo lavorato moltissimo. Per me è stato il più faticoso in assoluto, ma i frutti si son visti: in partita sembrava quasi che la squadra non percepisse la fatica. Sono cresciuto fisicamente e mentalmente”.
Quanto sei orgoglioso del gruppo che si è creato quest’anno?
“I risultati sono legati anche al gruppo, che quest’anno è molto unito. Ci sono tanti giovani, e giovani un po’ più vecchi, che consentono di amalgamare il gruppo. Scherziamo molto, ci aiutiamo a vicenda: c’è veramente un bel gruppo, e questo ci ha aiutato”.
Il gruppo è nato sulle ceneri dei play-off?
“Verso la fine dello scorso anno si è venuto a creare un bel gruppo, i nuovi arrivati hanno dato quel pizzico in più che serviva per ottenere buoni risultati”.
Hai mai fatto il raccattapalle al Bentegodi?
“Almeno una decina di volte. Era sempre emozionante, in una partita in cui Toni segnò una doppietta al Genoa mi emozionai moltissimo”.
Quanti messaggi hai ricevuto dopo il gol alla Sampdoria?
“Tantissimi, non me l’aspettavo, perché ero agli inizi. Mi sono arrivati da tutte le persone che conoscevo: amici, anche da persone che avevo incontrato soltanto una volta. Mi ha fatto molto piacere”.
È stato quello il giorno più bello della tua vita calcistica?
“Sembrerà strano, ma no, è stato superato dalla vittoria con la Juve. Anche se il primo gol non si scorda mai: lo metto al secondo posto”.
Cosa ricordi della serata contro la Juve?
“Non sono riuscito a prendere sonno. Era il mio compleanno, l’ho festeggiato nel miglior modo possibile, con una bella prestazione contro la squadra più forte in Italia. Meglio di così non poteva andare per me. Ho rivisto la partita per tutta la notte, rileggendo i commenti, i ringraziamenti dei tifosi”.
E i messaggi sul fantacalcio?
“Ne ricevo molti, ma fa piacere, perché ti spronano a dare di più. Ma sono veramente tanti. Molti di quelli che mi hanno preso a un credito sono veramente felici”.
Nonostante tutto, resti un ragazzo assolutamente normale.
“Non ci sono segreti, ognuno ha la sua personalità. I miei genitori mi hanno insegnato questi valori, ad essere serio e rispettoso. Io sono fatto così, penso di essere un gran lavoratore”.
A differenza tua, Danzi quest’anno ha avuto qualche difficoltà. Siete vicini in questo momento?
“Sì, ci sentiamo anche durante questa quarantena. Mi dispiace per lui, ha grande qualità, ma ha avuto un infortunio alla caviglia che non gli ha permesso di esprimersi. Ma sono sicuro che dopo quest’infortunio tornerà ai suoi livelli”.
Chi ti ha dato più consigli in questi mesi?
“Mi hanno aiutato un po’ tutti, anche gli attaccanti e i centrocampisti. Ho un rapporto più stretto con Rrahmani, perché parliamo la stessa lingua, ma mi trovo benissimo con tutti i difensori”.
Raccontaci di quest’affinità linguistica con Rrahmani.
“Ho subito iniziato a parlare con lui dopo il suo arrivo. Sa anche il croato, quindi è riuscito a comunicare anche col mister sin da subito. È un ragazzo simpatico, ci troviamo anche fuori dal campo. È uno sveglio, ha capito subito di dover imparare l’italiano e l’ha imparato in pochi mesi”.
I tre difensori più forti al mondo?
“Van Dijk, Chiellini, anche se magari non adesso, ma parlo in senso assoluto, e Sergio Ramos”.
Tuo papà ti ha seguito anche quando hai giocato in nazionale?
“Sì, è venuto in Albania e in Moldavia. Mi segue ovunque, qualsiasi partita io giochi. Lo ringrazio molto per avermi dato la possibilità di giocare a calcio”.
E lui giocava a calcio da giovane?
“No, non ha mai giocato, ma è sempre stato un grande appassionato. Mi ha trasmesso questa passione, e fortunatamente ho continuato su questa strada”.
Ti piacerebbe diventare il capitano dell’Albania?
“È un sogno che vorrei realizzare prima o poi”.
Cosa si prova a giocare per la squadra della tua città?
“Emozioni fortissime. All’inizio non mi rendevo nemmeno conto di giocare in Serie A, quando ho realizzato è cambiato tutto. Adesso devo solo pensare a migliorare sempre di più”.
Perché hai scelto la nazionale albanese?
“Mi sento quasi cinquanta e cinquanta: la mia famiglia è albanese, ma sono nato a Peschiera del Garda. È una scelta fatta col cuore, mi sento leggermente più albanese dentro di me”.
Meglio la difesa a tre o quella a quattro?
“Penso a tre”.
L’attaccante più forte che hai incontrato sinora?
“Dybala è stato quello più difficile da marcare. Ha una tecnica incredibile, poi è veramente rapido: se lo trovi in giornata è pressoché imprendibile”.
Messi o Ronaldo?
“Da sempre Messi”.
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