Oggi il Napoli di Mazzarri affronta l’Utrecht nella prima partita del girone di Europa League. Si torna a giocare nelle coppe europee dopo 16 anni. Un evento che fa notizia anche a Johannesburg, dove Krol allena gli Orlando Pirates. Krol, il Napoli ritrova l’Europa dopo il periodo più difficile della sua storia. «È bellissimo sapere che i tempi della C e della B sono definitivamente alle sp spalle. Napoli è una grande città e merita una grande squadra. Con l’Utrecht non dovrebbe avere grandi problemi. L’unico giocatore di livello internazionale è il portiere Michel Vorm: è stato tra i ventitré che hanno partecipato al Mondiale. Mi sembra che con i nomi che può schierare il Napoli non ci sia partita, anche se poi il calcio non si fa con le figurine, ma con la corsa, il lavoro, la fantasia e il carattere. E poi va fatta un’altra considerazione: per quanto il calcio italiano possa essere in crisi, il livello del vostro campionato resta sempre superiore a quello del torneo olandese. Da noi ci sono solo tre squadre di dimensione internazionale: Ajax, Feyenoord e Twente». Il Napoli è partito in campionato con due pareggi. «È una questione di ritmo. Non tutti cominciano la stagione alla stessa velocità. C’è chi fatica a trovare il ritmo giusto. Basta però una vittoria per dare la scossa giusta e potrebbe arrivare proprio dalla partita con l’Utrecht». Utrecht è la città di Marco Van Basten. «Van Basten è stato un fuoriclasse che avrebbe potuto far parte della nostra Nazionale, quella degli anni Settanta. Utrecht è una città magnifica, a trenta chilometri da Amsterdam. Il posto ideale per vivere: università, verde, sport, gioventù e Amsterdam ad un passo». Perché Napoli le è rimasta così nel cuore? «A Napoli ho vissuto la parte migliore della mia carriera. Ho giocato e vinto con l’Ajax. Con l’Olanda ho fatto due finali mondiali. Ho vinto le Coppe dei Campioni. Ma le emozioni e il calore umano di Napoli sono stati qualcosa di eccezionale. Napoli ha cambiato la mia storia di uomo. Ci sarà sempre Napoli nel mio cuore». L’ultima volta a Napoli? «Nel 1990, durante il Mondiale italiano. Sono tornato nel vostro Paese a Milano e Roma, mai però a Napoli. Ma prima o poi mi rivedrete a Napoli. Per me sarà una grande emozione». Che cosa è cambiato in Sudafrica dopo il Mondiale? «La vita quotidiana è sempre la stessa. I problemi di sempre: tensioni sociali, criminalità, ma anche la generosità e il cuore delle persone. Il calcio, purtroppo, è sempre lo stesso. È stata sprecata una grande opportunità: avere trentadue nazionali a disposizione e non provare a migliorare il proprio calcio è un delitto. Preparazione, alimentazione, organizzazione sono quelli di prima. È cambiata solo una cosa: c’è più gente negli stadi. L’entusiasmo è rimasto». Egitto, Sudafrica, Olanda, Belgio, Francia e Svizzera. Ha lavorato in mezzo mondo: mai avuto la possibilità di allenare in Italia? «Mai. Ma faccio ancora in tempo».
LA REDAZIONE
Fonte: Gazzetta dello Sport
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