Le lezioni sul calcio olandese cominciano con una dichiarazione di principio. «Le squadre italiane giocano male, però sanno quel che vogliono. A loro non interessa lo spettacolo, a loro interessa vincere. Solo il Napoli è squadra che gioca in maniera molto divertente. E che vince pure». Rudy Krol, l’ex playboy dei Paesi Bassi più amato dai napoletani, spiega il Psv Eindhoven, eterno rivale del suo Ajax negli anni Settanta.
Krol, c’è già il marchio del generale Advocaat?
«Il ”peesve” è una formazione molto giovane che con Dick è al lavoro per tornare ai livelli di Ajax e Feyenoord che in questo momento sono più forti. Però a inizio agosto hanno battuto proprio il mio Ajax nella finale di Supercoppa olandese. La squadra è buona con un leader in campo: Van Bommel. Credo che andrà avanti in Europa League insieme con il Napoli».
Un Psv in fase di ricostruzione?
«Sì, anche in Olanda la crisi ha ridimensionato i programmi: ci sono tre, quattro ragazzi molto promettenti che giocano nei Boeren (”contadini”, il soprannome dei giocatori del Psv, ndr). E poi c’è anche uno sloveno che dicono diventerà un campione, Matavz».
Anche il Napoli lo voleva.
«Lui è molto adatto al gioco di Advocaat che alterna il 4-4-2 al 4-3-3. L’ex ct della Russia fa del movimento e dell’organizzazione la sua arma in più. Si vede sempre quando una squadra è allenata da lui».
Curioso di vedere il Napoli affrontare il Psv?
«Sì, anche se non so ancora se senza Lavezzi riuscirà a lottare per lo scudetto. Vivo sempre in Sudafrica e non li ho visto ancora giocare».
Che rivalità era quella tra Ajax e Psv?
«La loro svolta è stata l’arrivo in panchina di Kees Rijvers e l’ingaggio dei gemelli Willy e René van de Kerkhof. Riuscirono qualche volta a batterci ma i più forti eravamo sempre noi».
Ora il faro è Van Bommel?
«La sua conoscenza del calcio europeo sono fondamentali per far crescere il resto della squadra. Attenzione a Mertens e a due giovani molto bravi: Strootman e Wijnaldum».
Ma ci viene al San Paolo il giorno di Napoli-Psv?
«No, devo prima trovare una panchina e tornare al lavoro».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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