Ruud Krol, che ha deciso di trascorrere il Capodanno a Napoli ha rilasciato una lunga intervista a “Il Mattino”. Eccone un estratto. «Volevo regalarmi di nuovo Napoli: sono tornato poche volte e per poche ore. Ho trascorso qui il Natale, vedrò i fuochi di Capodanno e poi andrò via. Napoli è molto diversa in tante cose, tranne in una: il traffico. Non si camminava allora e non si cammina adesso. Però io ho sempre amato questa città, mi è sempre stata dentro l’anima. Ero appena arrivato dal Canada e grazie al mio ingaggio il Napoli aveva fatto il boom degli abbonamenti in poche ore. Io ero felice, ero pronto a giocare la prima partita con la Pistoiese in casa. La gente mi aveva soltanto visto in un allenamento al San Paolo: il pomeriggio entrai in un negozio di scarpe e per uscire dovettero chiamare i carabinieri. Era straordinario. Ricordo il terremoto: la prima scossa non l’ho sentita perché eravamo di rientro da Bologna, ma la seconda sì e fu terribile vedere tutti quei napoletani disperati e tutta quella sofferenza. Noi regalammo delle emozioni in un periodo terribile. Ricordo che giocammo di mercoledì con l’Ascoli perché lo stadio era stato a lungo inagibile. Ricordi? Non so se potevamo vincere quel campionato, ma l’autogol di Ferrario con il Perugia, resta uno dei peggiori ricordi della mia carriera. Una delusione enorme. Il Napoli di oggi? Mi diverte molto, moltissimo. Sarri ha un gioco molto spregiudicato, quando la squadra ha il possesso della palla non c’è nessuno in Italia che fa le cose per bene come le fa il Napoli. Il punto è quando la palla ce l’hanno gli avversari: lì gli azzurri diventano una squadra normale. Bisogna credere nel progetto, sistemare un mattone alla volta. Senza fretta. Sarri ha bisogno di almeno un altro paio di anni per poter ottimizzare il lavoro che ha fatto fino ad adesso. In Italia non è semplice lavorare sul progetto: tutti pensano al risultato e a vincere subito. Sarri? Si vede che è uno che lavora molto. Ci vuole costanza nelle cose, il Napoli corre tanto, ha molti giocatori eclettici, ha un gioco offensivo dove spesso gli avversari non hanno riferimenti e dove c’è Mertens che è davvero un giocatore straordinario. A me piacciono le squadre che cominciano a difendere con gli attaccanti. E il Napoli lo fa anche se spesso non lo fa bene».
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