Non solo dai compagni di squadra, Kalidou Koulibaly ha ricevuto i complimenti anche dall’allenatore e dal presidente De Laurentiis al termine della gara con lo Sparta Praga. Il difensore francese, di origini senegalesi, progredisce di partita in partita. E c’è anche una spiegazione a questo: oltre a possedere mezzi fisici imponenti ed un buona tecnica di base, ha una capacità di apprendimento oltre la media. Ecco perché ha memorizzato in fretta i suggerimenti tattici di Benitez ed ecco perché dopo due mesi è già in grado di rilasciare un’intervista in italiano. Come ha fatto ieri mattina ai microfoni di radio Kiss Kiss, intervistato da Valter De Maggio. «Con lo Sparta Praga era molto importante vincere. Prima della gara ci eravamo detti di non subire gol e quando l’abbiamo preso non è stato facile rialzarsi. Ma ce l’abbiamo fatta dimostrando grande carattere. Questa è una stagione importante per il Napoli: alcuni calciatori sono andati via, altri sono nuovi e noi speriamo di integrarci velocemente in questo gruppo perché sappiamo quanto grandi siano le ambizioni del club e dei tifosi».
Sorprende che un calciatore straniero, per giunta così giovane (23 anni), si sia ambientato così in fretta. Nel recente passato ce ne sono stati altri che a stento riuscivano a pronunciare «buon giorno» (Hoffer, Vargas, Chavez). Koulibaly appare persino disinvolto: «Mi ha aiutato tanto Benitez. Non solo sul campo, anche fuori. E’ importante vivere bene per esprimersi poi sul campo. Ho studiato un po’ di italiano quando ero a scuola ma ho imparato presto ascoltando i compagni nello spogliatoio. Sapevo che venendo in Italia potevo migliorare come difensore. E so che Benitez sotto l’aspetto tattico può farmi crescere tanto. Gli allenatori belgi prediligono, invece, solo la fase offensiva. Ma la patria dei difensori è l’Italia. Qui hanno giocato anche Thuram e Desailly, calciatori a cui mi ispiro, e Cannavaro è persino napoletano. I primi due li ho seguiti al Mondiale nel ’98. Cannavaro, oltre a vincere un Mondiale ha ottenuto anche un pallone d’oro. Ma devo applicarmi e restare sempre concentrato, come suggerisce Benitez. Qui, basta una distrazione e ti fanno gol. Avete visto a Genova cosa è successo?»
Ma Koulibaly è uno che fa tesoro degli errori e cerca di eliminarli. «Non penso ad altro che a fare bene nel Napoli. Non mi aspettavo tanta fiducia fin dalle prime partite. Sicuramente giocare al fianco di un campione quale Albiol, aiuta tanto. Ma anche gli altri compagni sono bravi». Ai tifosi è piaciuto fin dalla prima esibizione. Poi è andato sempre a migliorare: «Ed ora mi piacerebbe segnare anche qualche gol. Intanto dobbiamo ripeterci a Udine e non sarà facile. Di Natale? Ce la metterò tutta». Ecco come si diventa beniamini: mostrando umiltà, attaccamento e tenacia. Il ventitreenne Koulibaly sembra un predestinato, ha tutto per diventarlo.
Fonte: Corriere dello Sport
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