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Kobe Bryant, deceduta anche la figlia di 13 anni: era con lui sull’elicottero

Tragedia incredibile

La notizia che paralizza l’America sportiva e non arriva poco dopo le 14.30 di New York: tra le cinque vittime dell’incidente di un elicottero precipitato sulle colline di Calabasas, zona a nord-ovest del downtown di Los Angeles, ci sono anche Kobe Bryant e la figlia 13enne Gianna Maria. Davvero incredibile. Solo sabato sera era andata in scena l’ennesima celebrazione della straordinaria carriera di Kobe, appena superato da LeBron James al terzo posto della classifica di marcatori di sempre nella Nba. Stando alla ricostruzione della polizia della LA County, che avrebbe ricevuto la chiamata da parte di un testimone dell’incidente alle 10.01 del mattino, ora di Los Angeles, le condizioni meteo sarebbero state particolarmente difficili, con una fitta nebbia a disturbare la visibilità del pilota. La zona del disastro aereo non è lontana dalla centro sportivo che Kobe utilizzava per la sua “Mamba Academy”. Non è ancora chiaro dove fosse diretto Bryant, ma con ogni probabilità a una sessione di allenamento della squadra della figlia: le altre vittime sono il pilota, una compagna di Gianna Maria e un genitore. Con la cerimonia dei Grammys in programma nel tardo pomeriggio di Los Angeles allo Staples Center c’è chi sostiene che potesse essere quella la meta dei cinque passeggeri deceduti nel tragico incidente ma dagli organizzatori dell’evento, che celebrerà la leggenda di LA e di tutto il basket a stelle e strisce, non arrivano conferme. La moglie Vanessa non era a bordo di quel maledetto elicottero, per qualche minuto si è diffusa, invece, la voce che con Kobe ci fosse anche l’ex stella dei Lakers Rick Fox, voce poi smentita dalla figlia del canadese. La Nba sta valutando come rispondere alla tragedia, all’inizio sembrava possibile un rinvio delle due partite pomeridiane, in programma a Denver (Nuggets-Rockets) e l’altra a San Antonio (Spurs-Raptors), che invece andranno in scena come previsto. In questi minuti la Lega si sta interrogando sulla fattibilità del rinvio delle gare in programma alle 18 (orario della cosa est americana) e una decisione arriverà a breve.

ITALIANO”

—Kobe era nato negli Stati Uniti, a Filadelfia, ma ha trascorso parte dell’infanzia e dell’adolescenza (dai 6 ai 13 anni) in Italia al seguito del padre Joe, anche lui giocatore di pallacanestro, visto nel nostro paese con le canotte di Pistoia, Rieti, Reggio Calabria e Reggio Emilia. Parlava fluentemente la nostra lingua ed era un gran tifoso del Milan. Lascia altre tre figlie e la moglie Vanessa.

LA CARRIERA

—Selezionato nel draft 1996 dagli Charlotte Hornets, ma ceduto subito ai Los Angeles Lakers, Kobe vince il suo primo anello nel 2000 formando un tandem eccezionale con Shaquille O’Neal. I gialloviola firmeranno uno storico threepeat, ripetendosi nel 2001 e nel 2002. Gli ultimi due anelli, Bryant li vince nel 2009 e nel 2010, venendo votato Mvp delle Finals. Nel 2016 il ritiro dal basket, dopo parecchi infortuni e una gara d’addio spettacolare, condita da 60 punti contro gli Utah Jazz. Ironia della sorte, Bryant era solito raggiungere lo Staples Center proprio in elicottero, un’abitudine raccontata anche dai compagni. Con la nazionale degli Stati Uniti, Kobe vinse due medagli d’oro alle Olimpiadi del 2008 e del 2012. Il cortometraggio Dear Basketball, scritto dallo stesso Bryant e diretto da Glen Kleane, ha vinto l’Oscar nel 2018 come miglior cortometraggio d’animazione.

fonte: gazzetta.it

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