Kim Min-jae al Napoli, è fatta.
Il club azzurro conferma l’ultima tendenza, di legare il proprio al mercato internazionale: dopo la partnership con Coca-Cola di inizio luglio e Konami dello scorso anno,; il club di De Laurentiis apre il proprio nome al mercato del sol levante in tutto e per tutto.
Destinazione, Corea del Sud.
La patria del K-pop; autentico fenomeno mondiale.
I BTS per la musica, Bong Joon-ho per il cinema ed i Kdrama delle piattaforme streaming, sono alcuni degli esempi che potremmo proporre.
Autentiche star mondiali i primi, pluridecorato regista agli Oscar, con Parasite nel 2020, il secondo. ” Itaewon class, It’s ok not to be ok, serie TV seguitissime su Netflix, con Squid game, campione di ascolti mondiali. Elementi che certificano crescita esponenziale e qualità di una nazione, la Corea del Sud appunto, in numerosi altri ambiti.
Dal cinema alla tecnologia, dalla musica al settore automobilistico, per arrivare fino al calcio.
Venti anni fa e precisamente nel 2002, conoscemmo a nostre spese la Corea del Sud. Un golden gol del perugino Ahn, pose fine ai sogni di gloria, di una delle nazionali azzurre più belle e più forti di sempre. Complice un clima ostile ed una conduzione di gara più che discutibile, la disfatta italiana spianò la strada alla diffusione del calcio nella penisola asiatica.
Guus Hiddink chiamato a formare nuovi atleti e corposi investimenti della Federcalcio asiatica, hanno portato, nel corso degli ultimi anni, ad ottenere risultati sportivi più che soddisfacenti.
2018: Corea del Sud ai mondiali, Italia no.
2022: Corea del Sud ai mondiali, Italia no.
Park Ji-sung al Manchester United, Lee Young-pyo al PSV Eindhoven, i primi coreani a compiere il grande salto nel calcio che conta.
La prima generazione, lascia campo alla seconda.
Son Heung-min e Kim Min-jae, sono gli ultimi nomi di grido, Made in Korea.
Il primo non ha bisogno di presentazioni: bomber indiscusso in Premier col Tottenham e faro della nazionale, al 29° posto nel ranking FIFA.
Con Kim Min-jae, costituisce l’ossatura centrale della squadra.
Circa 20 i milioni spesi dal Napoli per portarlo all’ombra del Vesuvio. Clausola pagata al Fenerbache e concorrenza battuta per vestire d’azzurro “il monster”, che non parla inglese.
Dal Samgyeopsal agli arrosti di mare.
Dal Samgyetang ad una più robusta genovese.
Cambierà non di poco, la dieta del corazziere coreano.
Pardon, azzurro.
Al centrale la pesante eredità di non far rimpiangere Kalidou Koulibaly.
Servirà un periodo di ambientazione e tempo per imparare la lingua.
Ma le sensazioni sono più che positive.
Applicando al calcio i dettami della cultura coreana, Kim impiegherà pochissimo a diventare autentico Idol della tifoseria e dello spogliatoio. Educazione e rispetto verso chi è più grande, spirito di abnegazione e autentico credo verso la causa sposata, sono solo alcuni dei dettami della cultura asiatica.
Ma cosa c’entra il Napoli con tutto questo, vi chiederete, è presto detto.
L’essersi assicurate le prestazioni sportive, fino al 2027, del ragazzo va ben oltre l’immediato ritorno di una eventuale plusvalenza futura.
La SSC Napoli, con questa scelta di mercato, traccia una linea dritta ed una scelta ben precisa.
Mirata. Dritta al punto.
Ha scelto di spingersi oltre ed irrompere nel mercato orientale nel modo più diretto possibile.
Aprirsi all’Asia, porterà nuovi benefici in termini economici: dall’aumento dei follower sui social all’internazionalizzazione, stessa, del brand. Negli store di Séoul, non vi saranno più solo maglie di Barcellona, Real Madrid o Manchester City, ma si troveranno anche maglie azzurre col nome di Kim Min-jae ben impresso sopra.
Fidelizzando e associando alla cultura locale, non sarà tanto inverosimile, assistere a tourné internazionali proprio in Corea.
Ed accogliere la squadra azzurra ad Incheon, ci sarebbe proprio Kim, pronto ad accogliere ei compagni e scortarli fino alla lussuosa zona di Gangnam o quelle più tranquille e riservate di Itaewon e Hongdae.
Sgambate lungo il corso del fiume Han o veri e propri tour de force lungo lancollina di Namsan park.
Quel che è certo, nell’immediato futuro, è che il Napoli sostituisce un baluardo inamovibile con un profilo più che interessante, a cui andrà dato il tempo di ambientarsi per apprendere la lingua.
Stará a Kim trasformare lo scetticismo in entusiasmo.
E se qui, esiste ancora qualcuno che storce il naso, in Turchia c’è chi si strappa letteralmente i capelli per la sua partenza.
Direzione Napoli, Capodichino.
Dal mare di Tangyeong a quello del golfo azzurro.
Dalle gite in bicicletta a Namsan e Mireuksan , a quelle sul Vesuvio.
Dalle gite a Jeju e Saryangdo a quelle in barca a Capri o Procida.
Per sentirsi più vicino a casa.
Tranquillo ahjussi , siamo con te.
Di Francesco Gambardella
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