Al centro di numerosi rumors di mercato riguardo un suo possibile passaggio in Cina, l’attaccante croato della Fiorentina Nikola Kalinic ha raccontato il suo rifiuto al Corriere della Sera. Ecco le sue parole:
“Potevo guadagnare 10 volte di più Voglio restare nel calcio che conta. Non valgo i 50 milioni della clausola. È stato un mese lungo e complicato. Ho cercato di mantenere la concentrazione sul lavoro. Del resto, la scelta l’avevo fatta: Firenze e la Fiorentina”.
Vicino alla Cina? “Con un sì sarebbe stato tutto fatto. Anche se non so cosa avrebbe detto la società. Premetto che non so di preciso quanto fosse l’offerta. Ma i soldi non sono tutto nella vita. Sono arrivato nel calcio vero da appena un anno e mezzo e non volevo andarmene. Penso di avere ancora tanto da dare e da fare in Europa. Ho un’idea precisa in testa: affrontare i grandi campioni e giocare partite importanti”.
La Fiorentina come si è comportata? Le ha mai fatto pressioni di qualche tipo? “Nessuna. Due settimane fa ho parlato con il presidente Andrea Della Valle che mi ha detto di essere contento della mia scelta”.
E Paulo Sousa le ha dato dei consigli? “Solo di pensarci bene. È un grande allenatore e gli devo tutto. Mi ha voluto qui e mi ha fatto rinascere”.
Il gol alla Juve è servito a chiarirle le idee? “Quando l’ho segnato avevo già fatto la mia scelta. Libera e felice”.
Dire no a così tanti soldi non è da tutti. Si sente eccezionale?“Non giudico gli altri, ho fatto quello che mi andava”.
Ma in futuro si vede ancora alla Fiorentina?
“A Firenze la mia famiglia sta bene, qui mi sento a casa e il rapporto con la città è molto bello. L’affetto ora è persino aumentato”.
Resterebbe anche senza Paulo Sousa?
“Dovrei fare una riflessione in più. La sua presenza è molto importante. In ogni caso ho due anni di contratto”.
L’allenatore sembra diverso rispetto alla prima stagione, più distaccato.
“Con noi è sempre lo stesso. Concentrato sul lavoro per farci migliorare ogni giorno”.
Però la Fiorentina è indietro in classifica. Crede ancora all’Europa?
“La sconfitta di Roma è stata un colpo duro. Sarà difficile rimontare, abbiamo tante squadre davanti anche se alcune sono vicine. Dobbiamo sbagliare poco”.
Chi è il difensore che l’ha messa più in difficoltà?“Bonucci e Koulibaly”.
E l’attaccante più forte? “Non c’è ombra di dubbio: Higuain”.
Anche se nella Juve gioca il suo connazionale Mandzukic…
“Mario è forte e tosto, un amico prima che un rivale per la Nazionale. Con lui e Perisic ci sentiamo spesso”.
Napoli? “Solo discorsi. Una cosa però posso dirla: lo scudetto lo vincerà la Juve, ma il calcio più bello è quello di Sarri”.
Perché pensa che vincerà la Juve?
“Lo dico con una parola: mentalità. La Juve ha quella giusta”.
La Champions è un traguardo? “Vorrei giocarla. Quest’anno è quasi impossibile, ma tra un anno avremo più possibilità di raggiungerla”.
In Inghilterra, al Blackburn, ha fallito: si è dato una spiegazione?
“Era la prima volta che andavo via di casa, non capivo la lingua e la squadra giocava solo con i lanci lunghi. Così sono ripartito dal Dnipro in Ucraina. E me la sono vista brutta: credevo che non avrei avuto una nuova chance. Anche per questo, quando è arrivata la telefonata della Fiorentina, non ci ho pensato due volte”.
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