Niente documenti, niente code e prelazioni. Con 80 euro si entra. In curva Sud allo Juventus Stadium basta aspettare e anche se è tutto esaurito, come ieri sera con la Fiorentina, un modo per godersi la partita in Scirea lo si trova: «Biglietti non ce ne sono, ma con 80 euro ti facciamo entrare» spiega l’ultrà dei Drughi che, insieme con paio di ragazzi, indirizza gli altri tifosi in coda. Il prezzo nelle rivendite è di 40 euro, per entrare con i documenti di qualcun altro il costo raddoppia.
Il supporter bianconero ha una mazzetta di tessere: sono abbonamenti e tessere del tifoso intestate a persone che allo stadio non verranno e con le quali, ti assicura, riuscirai a entrare. O quasi: «Aspettiamo che si avvicini il calcio d’inizio – ammette se gli si chiede se c’è certezza di entrare – Tu entri con il documento di un altro, se controllano troppo come fanno adesso non ce la facciamo, ma vediamo. Se ti infili insieme ad altri ce la facciamo». Un primo gruppo che è riuscito a passare con le tessere ottenute a prezzo maggiorato c’è. Si infilano tra ultras con la documentazione in regola e riescono a evitare i controlli a campione dove si verifica la corrispondenza tra quanto scritto sull’abbonamento e sul documento d’identità.
A chi vadano questi soldi in più che bisogna sborsare non si sa. Secondo un’inchiesta della procura di Torino servirebbero a finanziare le attività dei gruppi ultras, ma su questo business ha messo gli occhi anche la criminalità organizzata. Andare allo stadio però non è come assistere a un grande concerto. I bagarini non ti vengono incontro proponendoti i biglietti, anzi. La maggior parte dei capi tifosi interrogati si nega: «Dovevi svegliarti prima. Noi biglietti non ne abbiamo – racconta uno – Figurati che io sono abbonato da trentacinque anni, ma oggi resto fuori ». Il motivo è piuttosto semplice: «Troppi controlli della polizia, se mi trovano che entro allo stadio sono fregato. Ora vai però, lascia perdere». In effetti oltre le grate e i tornelli le forze dell’ordine esaminano tagliandi e carte d’identità, qualcuno viene anche trovato con documentazione irregolare. Una decina sono stati fermati dagli agenti della Digos e della Squadra mobile che curano i controlli. Dopo l’inchiesta l’attenzione è aumentata e anche la tensione tra gli ultrà si sente.
È necessaria un po’ di testardaggine. Bisogna essere proprio tifosi, insomma, per passare più di un’ora nella questua del biglietto. Si fa avanti e indietro da un gruppo a un altro più volte prima di trovare il “gancio” giusto. Arrivati alle 19 in corso Grosseto, nello spiazzo davanti alla Sud, tra paninari e banchetti dei gadget, allo stand “ufficiale” dei Drughi negano di avere biglietti: «Non vedi che la serranda della rivendita è abbassata? Perché dovremmo averli noi?» domanda sospettoso uno dei capi storici.
In mezzo ai capannelli di tifosi le pattuglie della guardia di finanza e della polizia controllano che tutto si svolga regolarmente: «Borghetti e birre le ho, se ti interessano, ma biglietti zero. Prova a chiedere agli ultrà» dice un venditore di alcolici per minibar da far passare nonostante le perquisizioni degli steward. Sono le 20,10 quando qualcosa si smuove. Un uomo sulla cinquantina saluta un gruppo di Drughi e finalmente alla richiesta di biglietti acconsente: «Lui ne ha un bel po’». Niente ticket di carta però, si entra solo con l’abbonamento di altri. Anche un norvegese vede che forse c’è modo di comprare l’ingresso e si avvicina: «Ho guidato migliaia di chilometri per la prima di campionato. Pago quanto volete, ma voglio vedere Juve-Fiorentina» racconta all’ultras in perfetto inglese. «Ottanta euro a testa ed entrate». I prezzi non fanno differenza tra italiani e stranieri: basta essere bianconeri.
Fonte: Repubblica
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