Il Corriere della sera racconta la distanza tra lo spogliatoio della Juventus e l’ex tecnico del Napoli Maurizio Sarri, esonerato ieri: la cronaca di un amore mai nato.
Il quotidiano ripesca un episodio che era stato bollato come una fake news all’inizio della scorsa estate e cioè lo sfogo di Sarri a Pechino dopo la sconfitta 1-0 in amichevole contro il Tottenham. “Ma come ho fatto a perdere due scudetti contro di voi?”, se ne esce, tra la sfuriata e la battuta. Riuscita non benissimo, come poi succederà altre volte, durante la stagione. A qualcuno, in quello spogliatoio già pieno di campioni d’Italia e del Mondo (e di Ronaldo), quelle parole fanno un po’ girare le scatole. Non è stato solo un fallimento tecnico — pure per i mesi del lockdown — ma lessicale e spirituale, per affinità elettive, tra Sarri e i giocatori, che sono mancate fin dal principio. Come se l’allenatore fosse un formidabile ideatore di movimenti tattici e un pessimo creatore di empatia. A questo livello, almeno. Cristiano Ronaldo, tanto per fare il nome più ingombrante, s’è sempre impegnato ma spesso l’ha sopportato, anche per quella voce che, a ogni allenamento, sentiva sabotargli il talento: “Gioca a due tocchi, gioca a due tocchi”. Che va benissimo con quasi tutti, non con tutti. Del resto, bisogna essere pure psicologi, ripeteva spesso Allegri. A Douglas Costa dava fastidio quel fumare vicino allo spogliatoio, ad altri che troppo spesso scappasse qualche parolaccia. Dopodiché, c’è stato pure un “rigetto tecnico”, da parte di una squadra condizionata “da quello con la maglia numero 7”. Cui però è dura rimproverare l’impegno.
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