Nel corso della XIII edizione della Dubai International Sports Conference il ds della Juventus, Fabio Paratici, ha parlato di vari temi e del colpo del secolo:
“Ronaldo è Ronaldo, c’è poco da dire. Siamo felici di lui non solo dal punto di vista tecnico. Lavora duramente tutti i giorni ed è un esempio. Perché quando guardi il numero uno lavorare così, tutti si sentono in obbligo di fare lo stesso”.
Sulla trattativa che lo ha portato a Torino.
“Tutto è avvenuto in maniera molto rapida. È stato un trasferimento storico, bisogna ringraziare il presidente e il Real Madrid perché non era facile cedere un giocatore così. Il primo contatto c’è stato durante i quarti di finale della Champions League, Jorge Mendes mi disse che Cristiano voleva giocare per la Juve. Io pensavo fosse una barzelletta, poi si parlò di Cancelo e lui tornò su Ronaldo. In quel momento capii che si poteva provare. Ne parlai con Agnelli, non era facile ma lui rispose subito in maniera positiva sia sotto l’aspetto tecnico, che per le motivazioni del giocatore, che per quello che avrebbe potuto portare al nostro brand. Dopo qualche ora mi ha richiamato per dirmi di provarci”.E Allegri?
“Quando l’ho detto all’allenatore era felicissimo. È un tecnico fortunato. Agnelli ne ha parlato con i responsabili commerciali, abbiamo fatto uno studio numeri alla mano e quando si è capito che l’operazione era vantaggiosa si è deciso di procedere”.Su Allegri e Conte.
“Negli ultimi otto anni abbiamo avuto due dei migliori allenatori del mondo come Conte e Allegri. Sono due allenatori diversi: Conte è più caratteriale ed organizzatore, era perfetto per quel momento. Serviva un allenatore che avesse grande ‘juventinità’. Con lui e Agnelli c’è stata la rinascita del club, ci hanno dato un grande aiuto. Allegri ha trovato una situazione già in divenire, veniva da un grande club come il Milan e ci ha trasmesso questo tipo di mentalità. È forse meno organizzatore, ma più tecnico e aperto alle diverse situazioni di gioco. Da loro ho imparato tante cose e devo ringraziarli.”.Su Buffon.
“Quando si perde una bandiera come Gigi bisogna prepararsi e non è facile. Lui è anche un mio amico, da cui ho imparato tanto sul calcio e sulla Juventus. Ci siamo preparati, lui aveva deciso in un primo momento di concludere la carriera e quando siamo arrivati alla fine del campionato abbiamo confermato Szczesny. Poi lui ha avuto una proposta dal Psg, lo ha detto al presidente e a quel punto si è deciso di lasciarlo andare.”
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