Un punto al Napoli. Alla Roma, alla Juventus invece tre. Conviene, tra tanta paura, restare calmi e solidarizzare con Rafa Benitez, però avvertendolo di non farsi frastornare da nessuno.
Il Napoli visto contro l’Udinese era tutt’altro da buttar via. Esaltante, invece, mercoledì contro l’Arsenal. Ho rivisto, con enorme sollievo, Fernandez e ho parlato di sollievo perché se non fosse stato così la vicenda di Federico sarebbe diventata molto triste, anche se so che se dovesse tornare in Argentina il calciatore Fernandez non è che sarebbe stato ridotto alla fame. Maggio ha fatto il suo con molta onestà; mi riservo solo, se Benitez non se ne dispiace molto, di ricordare al ragazzotto che la marcatura è mossa fondamentale del gioco del calcio di un difensore. Anche Armero sembra non proprio del tutto scaduto.
Rientrando Reina, comunque le cose dovrebbero migliorare. Il difetto, però notato, è la fregola da parte di tutti di andare a cercare gloria avanti. Ma a questo punto entrano in ballo i centrocampisti del Napoli; la posizione della squadra sul terreno di gioco sono i centrocampisti a darla. Se Inler, Behrami e gli esterni si dedicano anche loro ai raids offensivi è chiaro che tutti i reparti perdono la bussola e non rispettino più gli incarichi che sicuramente Benitez ha loro affidati.
L’equilibrio del Napoli, apparso brioso e piacevole domenica ma anche troppo disinvolto, è dal centrocampo che deve essere fissato. Personalmente non avremmo incertezze nel dire a Behrami di diventare più misurato; a Dzemaili poi consiglieremmo di situarsi sulla linea fino adesso occupata da Pandev; a Inler di spostarsi di quei cinque o dieci metri utili per una regia offensiva più accentuata. Ma a centro della squadra bisogna sempre che si vedano i laterali, che dovrebbero essere Callejon e Insigne, con Inler vertice più avanzato del triangolo. E i terzini (oggi si chiamano esterni “alti e bassi”) faranno bene a ricordare che andare sistematicamente oltre i propri laterali, cioè oltre Behrami, Dzemaili ed Inler, significa prestare il campo all’anarchia tattica, che può anche risultare piacevole in qualche occasione ma che alla lunga danneggia, logora, impoverisce.
Quadrata la base (in attesa che Higuain si restituisca al popolo nella maniera che il popolo desidera) andiamo all’attacco con le 3 ali 3. Insigne, però, faccia la cortesia di non spendere tutto nella prima mezz’ora di gioco. Se n’è accorto che basta poco per diventare capro espiatorio? Higuain e Callejon, poi integrino, come del resto abbiamo visto domenica e mercoledì, il movimento di Insigne, non con altro movimento ma con la determinazione, con il coraggio. Higuain giocò bene (sul piano tattico) contro l’Udinese ma con timidezza. Ebbe esitazioni in fase di fuga. In area di rigore picchi senza pietà: ha tantissime doti questo grandissimo calciatore, oltre la gioventù, deve ritrovare la decisione nel tiro. Tiri fuori la benedetta sorbola: è il suo momento, bastano tre botte ferme e il campione riesploderà. Come è già successo con l’Arsenal: un gol da vero fuoriclasse!
Il campionato è in piedi ancora; è molto stupida la posizione assunta da molti nei confronti del Napoli. Roma e Juventus sembrano compagini di giganti lontani e imbattibili. Non è vero affatto. Il Napoli, trovasse in Higuain, il mazzolatore all’attacco, dopo il recupero di Pandev e i rientri di Hamsik e Zuniga, può largamente farsi rispettare. E’ una questione di morale.
Il Napoli rappresenta la squadra di calcio di una Città che in molti ancora stentano a riconoscere come la prima Città del Meridione d’Italia. Roma sta cercando disperatamente di portarla a suo rimorchio, favorendo lo spostamento dell’asse meridionale, guarda caso proprio in Puglia.
Questo discorsetto che parecchi giocatori del Napoli non capiranno ci terrei che lo afferrassero, Benitez, che pure è spagnolo, e il napoletano Insigne. Sì, da Lorenzo anche un millimetro di difesa del buon prestigio campano si pretende. Napoli non può restarsene pigra e oziosa a rimirare il Sud che si agita.
Anche al calcio è affidata una parte! Sappia interpretarla il Napoli questa parte e i napoletani che vi giocano dentro abbiano la forza di imporre delle ragioni che non sono solo di palato sportivo. Bari da tempo e gliene sia fatto merito, spinge e sfonda; la vecchia Napoli pigra ed oziosa non si muove.
Lo sport, (ammesso che il calcio lo sia) affratella ma serve anche a dare degli svegliarini. La Campania arretra e nessuna voce si solleva a incoraggiare, a stimolare. Ricordiamo al Napoli queste pur apparentemente futili cose e auguriamoci che anche per questo si batta con l’Inter.
NANDO TROISE
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro