Intervenuto ai microfoni di Juventus Tv il difensore Mehdi Benatia ha parlato della sua avventura in bianconero. Ecco quanto riportato dall’emittente:
“Istinto del goleador? L’ho già detto al mister… Se ha bisogno di una mezza punta, posso “girare intorno” al Pipita… Ma l’idea non gli piace. Andare al Mondiale era un sogno e siamo riusciti a realizzarlo dopo 20 anni. Essendo il capitano della Nazionale sentivo una responsabilità in più ed è bello essere riusciti a qualificarci. Non vedo l’ora di andare in Russia, portare la famiglia e spero di fare bene. Ricordo l’ultima volta del Marocco ai Mondiali, era Francia ’98. Nel girone c’erano Brasile, Scozia e Norvegia e il Marocco uscì subito. Ora speriamo di passare il primo turno.
Le avversarie scudetto? Bisogna continuare così, perché se non si subiscono gol aumenta la fiducia e quando siamo sullo 0-0, con i giocatori che abbiamo davanti possiamo segnare da un momento all’altro. Le altre avversarie? Il Napoli sarà con noi fino alla fine, ma ho visto bene anche la Roma che credo abbia qualcosa in più rispetto all’Inter che è comunque una squadra solida. Saremo in tre, quattro squadre a giocarci lo scudetto, ma sono convinto che a marzo o aprile, quando arriveranno le partite che contano, la Juve sarà davanti. All’Udinese ho giocato sempre per tre stagioni e abbiamo fatto grandi cose, così come a Roma dove non ho subito infortuni. Nell’ultimo anno al Bayern ne ho patiti parecchi e sono andato un po’ in difficoltà. L’anno scorso non ho giocato molto, ma ora il mister mi sta dando un minutaggio importante espero di ricambiare la fiducia facendo sempre meglio. Qui si lavora molto e se si vuole giocare la domenica ci si deve allenare bene. Il mister non guarda i nomi, ma segue le sue idee e se ha bisogno di cambiare lo fa senza pensarci due volte. Sappiamo di dover dare tutti il 100% e così in allenamento c’è sempre grande intensità.
Il Verona? Giocare contro chi lotta per la salvezza è sempre dura e contro la Juve tutti danno il massimo. A Verona dovremo sudare, correre e trovare le giuste motivazioni. Quando si gioca contro Napoli, Inter o Roma quasi non c’è bisogno dell’allenatore, perché siamo tutti concentratissimi, ma questo deve accadere anche nelle altre partite”.
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