É un Agnelli pieno d’orgoglio quello che scrive agli azionisti della Juventus, nell’annuale lettera (in vista dell’assemblea del 25 ottobre) in cui il presidente bianconero, con toni trionfalistici, esalta il “modello Juve” e pone gli obiettivi del prossimo futuro. “Il progetto di bilancio che sottoponiamo alla Vostra approvazione – apre così Agnelli – rappresenta la fotografia istantanea di una società, la Juventus, che ha saputo in questi anni crescere sia sul campo, con risultati sportivi che hanno ricollocato i colori bianconeri ai vertici italiani ed internazionali, sia fuori dal rettangolo di gioco. La Juventus è oggi tra i club più importanti nel mondo e dovrà strenuamente impegnarsi per rimanere in questa ristretta cerchia nei prossimi anni. I prossimi sei anni – sostiene – saranno cruciali per la Juventus e per il calcio italiano in quanto si getteranno le basi del calcio del futuro, con un dialogo intenso tra Fifa, Uefa e altre confederazioni e federazioni nazionali, ma soprattutto con un ruolo sempre maggiormente riconosciuto degli imprenditori e degli investitori del mondo del calcio, che garantiscono risorse, si assumono i rischi e intendono aumentare il valore di tali investimenti, come in ogni settore economico”.
Vincere, sempre, per continuare a scrivere pagine importanti nella storia del club torinese, in un capitolo cominciato otto anni fa: “Il ciclo 2010-2018 ha portato nel nostro Museum 14 trofei. A livello nazionale non si è mai vista una sequenza ininterrotta di vittorie come questa. Dovete essere orgogliosi di questa epoca che segna una pietra miliare nella storia della Juventus”. E Agnelli non ha nessuna intenzione di fermarsi: “Le quattro Coppe Italia consecutive (altro record difficile da battere) e le tre Supercoppe – continua il presidente – completano un capitolo nei nostri 120 anni, che questa gestione intende continuare a scrivere inseguendo ogni traguardo possibile in questa stagione: l’ottavo scudetto consecutivo, la quinta Coppa Italia consecutiva, la Supercoppa e la Champions League, che abbiamo sfiorato negli ultimi anni con due finali e con partite eliminatorie perse all’ultimo respiro con due tra i migliori nostri concorrenti europei, che sono calcisticamente alla nostra portata. Negli anni scorsi abbiamo visto che le insidie su questo percorso sono molte, così come abbiamo toccato con mano quanto i minimi dettagli e un po’ di casualità, che rimane l’ingrediente imprescindibile grazie al quale il calcio rimane lo sport più amato e seguito del mondo, siano determinanti”.
Fonte: Gazzetta
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