Braglia prova a voltare pagina. Alle spalle, anche se ancora nella mente, c’è quel brutto avvio di campionato e adesso il tecnico vuole la svolta: «Quello di martedì scorso è stato un faccia a faccia come tanti – tiene comunque a chiarire – in cui ho detto a tutti quello che penso: non mi sono piaciuti in queste due partite, non c’è stato mordente, non c’è stata grinta, e senza queste cose le prendiamo da tutti. Mi aspetto un cambio di rotta domenica, e sono convinto che finalmente vedremo la vera Juve Stabia».
Borbotta, il tecnico stabiese che, alla vigilia del match col Vicenza, si ritrova a dover affrontare un avversario che negli ultimi sette giorni ha mutato pelle: «Forse aveva ragione qualche dirigente nel dire che bisognava aspettare nel fare il mercato – sorride amaro – i veneti hanno beneficiato di questa finestra e hanno preso tre elementi (Padalino, Laczko e Semioli dalla Sampdoria ndr) importanti. Stavano facendo già bene e saranno un osso duro da affrontare. Anche se sono stati ripescati faranno una grande stagione, ne sono certo, ma ora mi aspetto di più dai miei».
Di più soprattutto da chi, come Sasà Bruno, dovrà mettere in campo tutta l’esperienza e prendere per mano la squadra: «Bruno deve aiutarsi da solo, non è quello visto finora. Da lui, come da altri, voglio ben altro». Guai, invece, a prendersela con Mbakugo, che Braglia difende a spada tratta: «Sì. L’ho voluto io, ci credo, so che ha caratteristiche che ad altri mancano. Ma non dobbiamo dimenticare che è un ’92 e non si possono addossare solo a lui certe responsabilità. Semmai, a chi non sta bene, se la prenda con me che lo metto in campo».
Ieri allenamento a porte chiuse per provare novità. «Non so ancora se riproporremo il 4-4-2 o se magari giocheremo a tre. In questo caso una mano potrebbe darcela Caserta che è stato reintegrato. Si è allenato bene, ed è l’unico ad avere i tempi per inserirsi da dietro e cercare la porta. Vedremo…». Il tutto aspettando Cellini che, disponibile solo da ottobre, è visto da Braglia come il nuovo Sau: «Lo scorso anno, davanti, era libero di fare quel che credeva. Poi c’erano altri dieci che sgobbavano per metterlo in condizione di far gol. Caratteristiche come le sue, tra l’altro è anche la spalla ideale di Bruno, le ha proprio Cellino. Ma sapevamo di doverlo aspettare. Ora dobbiamo solo cercare di far bene, vincere almeno un paio di gare, e tenerci fuori dai guai».
Per cominciare, ad ottobre, il vero campionato.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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