La Juve Stabia non teme il tabù Modena. Piero Braglia analizza il posticipo in programma domani in Emilia Romagna con la serenità di chi crede fermamente nelle potenzialità dei propri uomini a prescindere dalla lunghezza della lista infortunati. «Non ho alcun motivo per esser preoccupato – spiega il tecnico gialloblu – rispetto all’anno scorso posso contare su un organico che mi garantisce molteplici opzioni. Anche se non escludo l’eventualità di ritrovarmi con il solo Cellini in attacco, sono convinto di poter ovviare a questa emergenza cambiando modulo. Contro la Reggina ho visto Marco in crescita, mi è piaciuto soprattutto negli ultimi 15 minuti quando, con grande lucidità, ha servito a Caserta l’assist per il gol decisivo tenendo poi palla nel finale. Sono queste le giocate che mi aspetto da lui. Mi ricorda un po’ Sau, il quale sono convinto che realizzerà almeno 15 gol a Cagliari se troverà chi avrà fiducia in lui. Improbabile il recupero di Danilevicius, in questi giorni ha sempre svolto sedute differenziate».
Difficile individuare l’origine dei tanti infortuni. «Molti degli acciacchi che costringono i calciatori a fermarsi neanche venivano considerati ai miei tempi. La verità è che solo Bruno e Mbakogu hanno riportato problemi muscolari di una certa entità essendosi stirati, gli altri temono semplicemente il minimo dolorino. Sono convinto che se effettuassimo degli esami al termine di una seduta intensa di metà settimana dovremmo ricoverare l’intera rosa. Probabilmente, al di là del costante lamentarsi odierno, la causa degli stop di massa va ricercata in un mix tra le condizioni inaccettabili del Menti, la mia metodologia di lavoro e le tante partite. Io non cambierò mai le mie tabelle, ciò che andrebbe modificato è il nostro manto erboso che viene nel migliore dei casi curato una volta al mese. Sembra di giocare su una moquette, di questo passo presto ci ritireranno la licenza. La frattura di Zito fa poi chiaramente parte degli episodi di gioco, i miei collaboratori stanno svolgendo un lavoro straordinario».
A cercare di fermare la corsa dei campani vi sarà domani l’ex Simone Colombi. «Sentirgli parlare di una sfida particolare mi dà ai nervi, se davvero avesse tenuto ai nostri colori avrebbe fatto di tutto per restare qui quando lo abbiamo cercato. È inutile che ringrazia me, io ho avuto solo il merito di tirarlo fuori dalla pessima situazione di Alessandria e di dargli fiducia, è al mio preparatore Isetto che dovrebbe ergere una statua da venerare ogni mattina. Se non era per noi a quest’ora avrebbe smesso di giocare o si sarebbe ritrovato in qualche formazione delle leghe inferiori, altro che serie B. Mi vien da ridere quando parla di un rapporto tra noi di amore ed odio, per me i calciatori sono tutti uguali, sta a loro aver perennemente rispetto dei compagni prima ancora che del sottoscritto. Guardate Seculin, accetta di buon grado la panchina pur sapendo che il titolare resta lui. Nocchi giocherà sino a quando lo meriterà». Al di là di Colombi, vi sarà da infrangere il tabù stadio Braglia che persiste per il tecnico toscano nonostante… il cognome comune. «Se contro il Sassuolo sono sempre riuscito almeno a giocarmela, contro il Modena ho sempre perso nettamente. I gialloblu sono partiti alla grande calando leggermente nelle ultime settimane, spero davvero che sia la volta buona per cambiare questo trend. Hanno il lusso di tenere in panchina uomini come Stanco o Surraco, dovremo esser concentratissimi per placarne la voglia di riscatto dopo i fischi contro il Padova. Non so ancora quale modulo sceglierò, deciderò durante il briefing pre-partita». Conti alla mano l’ipotesi più probabile conduce al 4-3-3.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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