Finisce in parità. Alla Juve Stabia non riesce la missione riscatto dopo lo stop con l’Empoli. In due partite interne consecutive, seguite al blitz di La Spezia, il bottino è magro: solo un punto al Menti. Nella sfida con il Cittadella a pesare sono le assenze e la stanchezza per la sfida di Tim Cup con la Fiorentina. L’importante comunque è aver mosso la classifica per restare incollati alla zona playoff e per tenere vivo il sogno cullato dalla città sebbene sugli spalti ci siano, complice il maltempo, quasi 2.500 tifosi, quanti ce n’erano mercoledì al Franchi. Quasi un paradosso. Fallita, dunque, la missione vittoria. Una vittoria che si voleva dedicare anche ad Agostino Di Somma, il tifoso trentunenne scomparso a Firenze dopo un malore accusato prima del match con i viola, omaggiato con striscioni, cori (gli ultras restano in silenzio per otto minuti), il lutto al braccio e un fascio di fiori che Scognamiglio lascia in tribuna, dove ci sono anche la madre e la moglie visibilmente commosse.
Braglia, orfano degli squalificati Baldanzeddu, Maury e Improta e degli infortunati Bruno, Figliomeni, Mbakogu, Zito, dopo la sfida del Franchi, torna al 4-3-3. La novità è l’inserimento di Erpen nel tridente offensivo con Cellini in panchina. L’argentino, partito a destra, spesso scambia posizione con l’evenescente Acosty nel tentativo di mandare in tilt i cursori Sosa e Biraghi. L’avvio è da brividi. Il Cittadella, seguito da cinque tifosi, passa subito (4’), nel silenzio del Menti, con un colpo di testa di Pellizzer, che, dopo una punizione, svetta più in alto di tutti, forse commettendo fallo su Scognamiglio. Il pallone tocca la traversa, poi finisce sulla schiena di Seculin e in porta. La reazione gialloblù non è immediata. Almeno per qualche minuto si fa fatica a fare capolino nell’area avversaria. Il Cittadella, schierato con il 4-3-3, prova ad approfittarne facendo leva sulla verve degli esterni e soprattutto sulla potenza fisica di Maah, a tratti incontenibile. Ma con il trascorrere dei minuti, e in particolare dopo che in curva si comincia a tifare («A te che amavi questi colori e questa città. Ciao Agostino, amico degli ultras», lo striscione dedicato a Di Somma), i gialloblù guadagnano metri. A centrocampo Genevier, poco prima dell’intervallo spostato a destra con il dirottamento al centro di Mezavilla, prova a far valere il proprio tasso tecnico ma la luce non si accende. Il trascinatore è Caserta, in campo con una marcia in più. È proprio il capitano a pareggiare (20’) con un gol da cineteca: assist di Danilevicius e bolide da una ventina di metri che sorprende Cordaz. Il pari regala entusiasmo. La manovra diventa più briosa. Erpen e Acosty provano a pungere e a servire palloni a Danilevicius, spesso francobollato da Pellizzer. E quando i veneti provano a rendersi pericolosi tocca ai centrali Murolo e Scognamiglio (opache le prove degli esterni Vinci e Dicuonzo) neutralizzare Maah e gli esterni offensivi Giannetti e Di Roberto. In campo si lotta sebbene la pioggia, cominciata a cadere dopo il pari, complichi le cose. Prima dell’intervallo (36’) brivido in area stabiese con un salvataggio di Caserta che, su cross di Maah andato via a Dicuonzo, rischia il rigore per un presunto tocco di mano.
Nella ripresa, con la pioggia battente a farla da padrona (pozze d’acqua sul sintetico), Braglia richiama uno spento Acosty e lancia Cellini, molto vivace. Ma è il Cittadella a rendersi pericoloso. Seculin prima (4’) viene aiutato dai riflessi sul tiro di Baselli deviato da Scognamiglio, poi (6’) è graziato da Pellizzer che sotto porta spara alto. Cordaz lo imita sui tiri dalla distanza di Caserta e Danilevicius. Poi è la traversa, sul cross di Di Roberto, a salvare i gialloblù (Genevier si rifugia in angolo). La Juve Stabia, un po’ appannata, si affida alle punizioni di Caserta (19’ e 34’) per rendersi pericolosa. Poi tocca a Seculin proteggere il risultato sulla conclusione di Vitofrancesco (27’). Nel finale colpo di testa in tuffo di Murolo (35’), forcing sterile gialloblù e cross insidioso di Vitofrancesco.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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