Brutta batosta per la Juve Stabia che, dopo gli accenni di ripresa evidenziati a Novara, incappa in un altro capitombolo interno, il secondo in tre gare. Vince con merito il Varese, alla sua terza pirateria esterna su altrettanti match disputati (curiosità, ha vinto sempre 2 a 1). La formazione di Piero Braglia, in tribuna perché squalificato, non è parsa neppure lontana parente della squadra sfolgorante ammirata lo scorso anno, e non solo perché in avanti non dispone più di un puntero come Sau. A centrocampo più di un giocatore è parso imbolsito, ci riferiamo a Dicuonzo e allo stesso Zito, che lo scorso torneo spesso aveva furoreggiato. Per non dire di un Genevier la cui presenza è risultata assolutamente immotivata, mentre i giovanotti Improta e, in buona parte pure Agyei, si sono concessi un turno di riposo. Non impeccabile, infine, neppure la prova di Scognamiglio in retroguardia. Insomma, vantaggi abissali che non si potevano regalare a un Varese interprete di un avvio di campionato folgorante.
Si parte. Ed è subito più Varese: i lombardi sono consapevoli della propria caratura e provano a mettere in soggezione l’avversario. Poi, la Juve si scuote, Maury pesca Improta in velocità, indecisione di Bressan, peccato che lo scugnizzo di Pozzuoli non azzardi la conclusione: ne sortisce solo un angolo. Squarcio di Figliomeni a beneficio di Baldanzeddu, arrembante sulla corsia di competenza, bello il cross, impatto imperfetto di testa ad opera di Zito e palla a lato. Nel Varese è in perenne movimento Ebagua, svaria, rientra a metà campo, quando cerca di offendere, spesso lo bracca Scognamiglio cercando di frenarne la strapotenza. Ma è tutto il Varese ad essere in partita. Fiammata stabiese al 21’, interprete Baldanzeddu, palombella su Grillo, il gialloblu rovina a terra, l’arbitro non fa una grinza, buon per la Juve che l’assistente sia reattivo nel rilevare l’infrazione. È rigore, troppo scafato Bruno per farsi irretire da Bressan, botta centrale e Stabia in vantaggio. Ma il sogno ha corta durata: due minuti ed ecco Ebagua al proscenio, parte dalla trequarti, leggermente decentrato, pochi passi prima che il nigeriano esploda una fucilata di rara potenza, radente il palo, che infilza l’attonito Seculin.
Mosse e contromosse dei due tecnici, esterni ribaltati per entrambi, con risultati insignificanti. La Juve Stabia capitalizza il break, riordina le idee, torna in campo con ben altro piglio. Zito resta nello spogliatoio, largo ad Erpen, ma è l’intera squadra a salire di tono, staziona molto più sovente dalle parti di Bressan. Sicuramente una buona notizia l’uscita anticipata di Ebagua. Al 15’ il Menti deflagra, vorrebbe un altro rigore, Pucino ha appena arpionato un pallone dai piedi di Acosty (subentrato ad Improta) sgusciato in area; l’intervento, però, sembra regolare. Il neoentrato, comunque, apporta preziosa vivacità. I gialloblu inseguono il bottino pieno, costringono il Varese a rintanarsi tutto nella sua metà campo, Ma l’errore è dietro l’angolo, Dicuonzo, già non impeccabile, si fa carpire la sfera in zona pericolosa e Momenté mostra di gradire, perfetto il diagonale che non dà scampo a Seculin. La Juve non si arrende, si rovescia in avanti (Scognamiglio staziona stabilmente nell’area varesina), ma con lucidità zero, è solo volontà. Troppo poco a fronte del valore e dell’organizzazione di un Varese lanciatissimo. Mesto il congedo degli stabiesi, vanno a salutare i tifosi della curva, che ricambiano con bordate di fischi. Fortunatamente, già martedì si gioca, si va a Grosseto sperando in un’inversione di marcia.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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