Jerry Mbakogu ritrova la via del gol dopo quasi undici mesi da quel lontano 5 novembre 2011 quando proprio contro il Padova, trovò l’ultima marcatura, e regala alla Juve Stabia la prima vittoria in campionato. Continua, dunque, il processo di crescita dei gialloblu che, in settimana, Braglia, aveva definito come un «malato in via di guarigione». Sono bastate scelte forti, un’indiscutibile crescita sotto l’aspetto fisico, ma soprattutto aver ritrovato cattiveria agonistica, grinta, determinazione, a far sbocciare nuovamente la Juve Stabia dopo aver toccato il fondo, solo sette giorni fa, contro il Varese.
Si affida nuovamente al 4-3-3 il tecnico toscano, tornato in panchina dopo due turni di squalifica, ma all’ultimo istante è costretto a fare a meno di Caserta, promosso nei giorni precedenti capitano e simbolo della rinascita, per un risentimento. Al suo posto c’è Zito al fianco di Mezavilla e di un ritrovato Genevier. In porta Nocchi, qualche problema per Seculin che in settimana aveva risentito di qualche critica da parte dei tifosi.
E a onor del vero è proprio del Padova l’occasione più clamorosa della prima frazione. Appena tre giri di lancette, Cutolo, su punizione, pesca a centro area Cuffa, lasciato tutto solo. La sua girata di testa si stampa sulla base del palo, poi Baldanzeddu allontana. La risposta stabiese con Erpen che (9’), scalda i guanti ad Anania. La gara si accende, Mbakogu (22’) trova il corner su lancio dell’argentino. Sull’angolo la svolta della partita. Il portiere patavino protesta per un presunto fallo, l’arbitro gli mostra il cartellino giallo che, complice qualche parola di troppo, diventa subito rosso. Con l’uomo in meno il Padova non riesce a fare altro che resistere all’assalto della Juve Stabia. I gialloblu hanno l’occasionissima per passare in pieno recupero, quando si accende ancora il duo Erpen-Mbakogu: Viviani è reattivo sul colpo di testa del nigeriano. Nella ripresa non cambia il motivo. Pea chiede sacrificio ai suoi, cercando di resistere all’autentico assalto stabiese. Il fortino biancorosso capitola al 19’ quando Genevier scodella una palla invitante in area patavina, più veloce di tutti Mbakogu che trova la rete da tre punti.
A fine match, a tuonare, però, è Piero Braglia. Quasi stesse aspettando il momento giusto per farlo: «Adesso basta. Mi sto rompendo le scatole – urla -, è troppo facile essere vicini quando si vince, bisogna farlo anche quando le cose vanno male e si deve sudare per lavorare. Qui bisogna capire che ci si deve salvare, e che questa squadra non può reggere altri tipi di pressioni. Abbiamo giocato bene, sono contento di quello che si è visto. Semmai è qualcun altro intorno a noi che si deve vergognare. Dopo tre anni non posso sentire gente che ti dice certe cose, io ringrazio chi ci sta dando fiducia, ma sono uno che ricorda sempre tutto. Mentre c’è qualcun altro che si nasconde, io le cose le dico senza problemi. Questa squadra può garantire per la salvezza, soffrendo, se qualcuno si è fatto delle nuvolette, non ci sono problemi, può anche trovare un altro allenatore, altri calciatori. Adesso basta».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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