Il calcio è un mondo fatto anche di scaramanzie. Chi più e chi meno ognuno ha i suoi riti, i suoi amuleti. Piero Braglia è uno di quelli, del resto l’ha confermato più volte. In particolare c’è un gesto che è diventato un rituale dell’allenatore della Juve Stabia. Quando entra in campo, prima delle partite, Braglia bacia un braccialetto che porta al polso destro. Un regalo del figlio Thomas e che è diventato il portafortuna del tecnico toscano. Un rito scaramantico a cui Braglia non può fare a meno. L’ha fatto nella partita con la Reggina, che la sua Juve Stabia ha vinto 2-1 e l’ha ripetuto anche prima del derby con la Nocerina. Maniacale sul campo e intransigente con la squadra perchè pretende il massimo e non trascura i dettagli. Fuori dal campo, invece, soprattutto quando torna nella sua Toscana, Braglia si dedica alla sua famiglia e al figlio Thomas che l’anno scorso è diventato una mascotte della Juve Stabia. L’allenatore l’ha portato più volte a Castellammare, soprattutto nei playoff. Durante gli allenamenti Thomas era in campo a divertirsi e a prendere a ‘pallonate’ Colombi e Fumagalli insieme a Isetto. Suo figlio Thomas prese parte anche alla premiazione della squadra e della dirigenza in comune pochi giorni dopo la promozione in B. E’ stato lui a svelare lo stato d’animo dell’allenatore. Braglia dopo la vittoria sull’Atletico Roma preferì tornarsene a casa e non festeggiare con la squadra e i tifosi a Castellammare. “Era così contento che mi buttò in piscina, dichiarò Thomas a Palazzo Farnese catturando la scena al papà che è uno che buca lo schermo perchè va sempre fuori gli schemi visto che non ha peli sulla lingua. Il bacio al braccialetto non è il solo gesto scaramantico di Piero Braglia. Nella scorsa e fortunata stagione l’allenatore, sempre nella coda degli spareggi promozione, ha sfoggiato la stessa maglia nelle gare decisive. Una polo verde e blu con una fascia bianca, diventata un must. E non è tutto. Quest’estate, quando la Juve Stabia è tornata ad allenarsi al Menti dopo il ritiro di Gubbio, Piero Braglia ha notato che mancava la gigantografia di Nicola De Simone in curva Sud. E poi ci sarebbe la storia del ritiro pre-partita e della passeggiata della squadra in villa alla vigilia delle partite al Menti. Altre due consuetudini di questo bienno targato Braglia.
Fonte: resport.it
La Redazione
P.S.
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