Piero Braglia torna a parlare dopo due turni di squalifica, e lo fa con la schiettezza di sempre. Definisce la sua Juve Stabia come «un malato in via di guarigione», conferma Fabio Caserta capitano, assegnandogli, dopo l’exploit della squadra a Grosseto, il ruolo di leader e trascinatore della squadra. Bacchetta Seculin non tanto per il rendimento in campo: «Forse è fin troppo sicuro di sé», quanto per le esternazioni sul suo profilo Fb usato dal portiere per rispondere alle critiche di qualche tifoso: «Sarò io quello vecchio – borbotta il tecnico – ma queste cose non mi vanno giù. Leggo anche io i giornali, le cose che scrivono su Internet in tutte le categorie. Così non va, ci si espone gratuitamente a possibili casini. Credo che i calciatori debbano parlare solo sul campo».
Da Grosseto la Juve Stabia è tornata con un pari prezioso, al di la’ del rammarico per tre punti persi, e soprattutto con la consapevolezza di aver imboccato, finalmente, la retta via. Ma questo grazie a scelte coraggiose del tecnico: «Io i ragazzi li guardo tutta la settimana. Prima di Grosseto c’era chi continuava a guardarmi con certi occhi per farmi capire che aveva voglia di dare il meglio e partire dall’inizio – tra le righe la conferma del riferimento a Erpen – mi sono avvicinato gli ho detto che sarebbe stato titolare. E la risposta è stata quella che mi aspettavo. Questo per far capire a tutti, soprattutto a chi è rimasto fuori, che non ci sono preclusioni, chiunque può dimostrare di meritare il posto». La stilettata è ai vari Scognamiglio, Dicuonzo, Zito, che finora non hanno reso come lo scorso campionato: «Un calciatore deve sempre guardare avanti – prosegue Braglia – non mi riferisco a nessuno in particolare, ma se si continua a parlare dello scorso anno, di quanto siamo stati bravi, e si pensa che basti quello, vuol dire che non si è capito nulla del calcio. Se capissi che qualcuno la pensa così sarebbe il primo a sedersi in tribuna il sabato».
Guarda avanti il tecnico, indica le nuove gerarchie dello spogliatoio, con uno sguardo al Padova: «Prima di Grosseto mi sono confrontato con Genevier, Caserta e Mezavilla. Io non sarei stato in panchina, ho chiesto loro di caricarsi di certe responsabilità, e mi hanno dimostrato che avevo visto bene. Fabio mi ha colpito fin dal ritiro. Sarà ancora lui il capitano. Il Padova? Servirà una grande prestazione per trovare la vittoria che dovrà sbloccarci definitivamente». La scommessa è ancora Mbakogu: «Con lui non parlo più, ho lasciato che a spiegargli certe cose siano i compagni. Martedì ha dimostrato che lì davanti, nel ruolo di centrale, può essere il calciatore su cui abbiamo scommesso. Ha fatto benissimo, ed in questi casi io non cambio».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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