Si apre con l’anticipo contro il Grosseto il trittico di gare che potrebbe dare una svolta, in un senso o nell’altro, al campionato della Juve Stabia. Sospesa nel limbo, a due punti dai pla-off e a sei dai playout, la squadra di Braglia proverà, contro i toscani, e nelle due sfide con il Padova (martedì all’Euganeo) e la Pro Vercelli (sabato prossimo ancora al Menti), a dare la stoccata definitiva al discorso salvezza. «Ma io non guardo alle tre partite di fila – ha spiegato Piero Braglia, giunto in sala stampa un po’ a sorpresa dopo Scognamiglio -, e ho chiesto ai ragazzi di fare altrettanto. Quella col Grosseto è la prima, e dunque la più difficile. Hanno cambiato allenatore, a gennaio si sono rinforzati, ho avuto relazioni sulla gara pareggiata nel recupero a Lanciano, e tutti mi parlano di una squadra in salute».
La Juve Stabia, dal canto suo, invece, dovrà fare a meno degli squalificati Mezavilla, Dicuonzo e Gorzegno, oltre agli infortunati Mbakogu e Figliomeni. Le impressioni di questi giorni portano, tutto sommato, a una conferma dell’assetto, il 3-5-2 che ha consentito di far bene a Varese. Ridisegnata la difesa, con Baldanzeddu, Martinelli, Scognamiglio, Murolo e Zito davanti all’estremo Nocchi. Centrocampo con Caserta, Doninelli e Suciu, mentre in avanti conferma per la coppia Verdi-Bruno. Tra i convocati anche il difensore Guarino, richiamato dopo l’eliminazione ad opera del Parma con la Primavera di Turi nel torneo di Viareggio: «Onestamente neppure io credevo facessero così bene. Ne sono felice per la società, per i ragazzi. Il vero problema del nostro settore giovanile restano le strutture, se si continua a farli allenare su un campo a otto, difficilmente ci sarà qualcuno che verrà fuori. È un vero peccato, perché qui c’è un grosso bacino da cui poter attingere».
Bruno Conti ha parlato di Gerardi come del nuovo Pirlo: «Io l’ho visto per quattro mesi, dandogli anche alcuni suggerimenti sulle cose da migliorare, ma cambiamenti onestamente non ne ho visti. A Viareggio ho fatto visionare i ragazzi da persone esterne alla società, che non avessero a che fare con nessuno, né giudizi da dare senza dispiacere chicchessia. Tengo per me queste relazioni, di sicuro se ritengo qualcuno valido non ho problemi a portarmelo in prima squadra».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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