Piero Braglia rompe il silenzio a un mese esatto da quell’incredibile match contro il Lanciano. Nel giorno in cui si esaurisce la squalifica comminatagli dal giudice sportivo per aver contestato l’operato dell’arbitro al termine della gara persa contro gli abruzzesi il tecnico toscano analizza con candida onestà il momento negativo della Juve Stabia. Una disamina pura, priva di alibi di sorta. «Non siamo ancora una squadra – confessa Braglia – l’ultimo posto evidenzia la scarsa concentrazione di un gruppo tuttora alla ricerca della giusta amalgama. Non è un problema di singoli, è il collettivo a commettere puntualmente errori grossolani che ci costano carissimo. Se poi come a Padova giochi discretamente e perdi, si complica tutto».
Non si è dunque trattato di un’esclusione punitiva in Veneto per Contini. «Matteo mi ha semplicemente riferito di non essere in condizione – sottolinea il trainer toscano – sarebbe stato stupido insistere sul suo impiego. Lui, come i vari Lanzaro e Scozzarella, soffre la preparazione vissuta ai margini del club di provenienza, fattore che avevamo ampiamente messo in preventivo ad agosto. Vitale sta di contro probabilmente pagando il peso di giocare dinanzi la sua gente. Purtroppo tra infortuni e problemi vari non ho mai potuto schierare l’undici che avevo in mente».
Un azzardo, quello in chiave mercato, che in questa fase relega la Juve Stabia all’ultimo posto in classifica. «Chi non opera non sbaglia – ammette Braglia – solo il tempo dirà se abbiamo optato per la strategia giusta. Tra l’altro avevamo deciso di puntare tutto su Beltrame impostando la rosa sul 4-3-1-2, poi il passaggio del ragazzo al Bari ci ha costretti a cambiare in corsa i nostri programmi». Sarebbe semplice in tal senso appellarsi agli errori estivi, costume mai appartenuto al trainer maremmano. «Ho molteplici responsabilità – dichiara candidamente l’allenatore gialloblù – non salvo nulla di questi primi due mesi. Posso solo ringraziare la società per la fiducia confermatami, mi sorprende ritrovarmi ancora qui quando altrove sarei stato esonerato senza troppi giri di parole. La sola idea di lasciare il club con una retrocessione mi fa girare le scatole, a giugno voglio andar via senza aver vanificato il lavoro dei tre anni precedenti. Se poi il bene immediato della squadra dovesse coincidere con l’addio di Braglia sarò felice di farmi da parte. Ciò che è certo è che a Padova i ragazzi hanno dimostrato di esser dalla mia parte, con un filotto di risultati utili riusciremo a tenerci ancorati al treno salvezza».
In tal senso la rimonta dell’Empoli degli scorsi anni può rappresentare l’esempio da seguire. «Dei toscani temo soprattutto Croce – evidenzia Braglia – le immense qualità di Tavano e Maccarone sono note a tutti. Sarri fu bravo a suo tempo a cambiar modulo virando sul 4-3-1-2, il nostro problema è che pur cambiando tattica non riusciamo ugualmente ad ottenere risultati. Tornerò in panchina dopo un lungo calvario, onestamente neanche pensavo di esser squalificato. Sabato serviranno cattiveria e determinazione, è ora di cambiare marcia». Contro i toscani tornerà a disposizione Lanzaro, in forse Jidayi. Difficilmente si rivedrà in campo capitan Caserta, rientrato in città solo ieri e non nella condizione psicologica ideale dopo il grave lutto familiare.
Fonte: Il Mattino.
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