Dal Menti di Castellammare di Stabia al Menti di Vicenza con un solo obiettivo. «Tre punti a Vicenza ed è fatta». Non ha dubbi Piero Braglia sull’importanza della sfida che domani (anticipo alle 17) vedrà impegnata la Juve Stabia nell’impianto vicentino, omonimo di quello gialloblu. Accantona la vicenda del Tnas senza troppe polemiche: «Nella migliore delle ipotesi ci avrebbero dato un punto per equipararci al Sorrento, fa nulla», il tecnico guarda all’impegno contro il team che ha come dirigente l’ex bomber del Napoli, Schwoch: «È una gara difficile, gli avversari hanno giocatori del calibro di Abbruscato che può impensierirci, ma è il momento di fare le cose perbene, se giochiamo come nel secondo tempo di sabato scorso possiamo dire la nostra». Aprendo una nuova pagina all’insegna del divertimento: «Sì, ma ci divertiamo a modo mio – ribadisce Braglia -. Qui negli anni si è spesso presa in giro la gente, la musica è cambiata, chi non si allinea può anche non giocare più. Una volta salvi, non ce ne sarà per nessuno. Personalmente, mi diverto soltanto quando arrivo il più in alto possibile in classifica».
Il salto all’ultimo filone barese del calcioscommesse è praticamente fatto: «C’è solo da arrabbiarsi pensando che un ragazzo come Masiello, classe ’86, debba rischiare di non giocare. Il calcio deve cambiare, bisogna ritrovare correttezza e rispetto, altrimenti non si va da nessuna parte». Torna sulla Juve Stabia ed alla soddisfazione per quanto fatto quest’anno, con una squadra che in molti consideravano la cenerentola della B e che, grazie al lavoro di staff e calciatori, è diventata la splendida realtà capace di mettere in difficoltà corazzate come Sampdoria, Torino, Bari e lo stesso Varese: «Secondo me Maran ha detto una cosa saggia sabato scorso: giocare contro di noi non è mai piacevole, siamo una squadra che rompe sempre le scatole. Per me è un grande complimento».
In molti si interrogano sul futuro del tecnico e della Juve Stabia. Sabato scorso tanti striscioni allo stadio per incitarlo a restare. Braglia per ora non si scopre, anche se parlando dell’ottima annata di Maury si sbottona per un attimo: «Ad inizio anno non volevo tenerlo, un po’ anche per la sua amicizia con la dirigenza. Poi, però, devo ammettere che si è guadagnato tutto sul campo, allenandosi, sorridendo anche quando è stato escluso. È un piacere averlo e se dovessi restare qui sarebbe tra i primi confermati». Un indizio.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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