Il rischio che possa diventare il tormentone di questo finale di stagione è forte. La conferma di Piero Braglia sulla panchina della Juve Stabia il prossimo anno è il nuovo tema dominante in casa gialloblu. Persino i centocinque anni del calcio alle falde del Faito (il 19 marzo 1907 la prima gara ufficiale sull’arenile), passa in secondo piano. Chiaro il messaggio del tecnico, al termine della sfida coi granata di Ventura: «Fino a quando non avremo la salvezza in tasca, il contratto è una cosa che non mi tocca affatto ed a cui non penso. Già è tanto aver accettato di parlarne con i presidenti…». Con Giglio e Manniello, dunque, ci sarebbe una sorta di accordo, ma l’incontro avverrà solo tra qualche settimana. Di certo la sua conferma è considerata fondamentale per i tifosi, che vorrebbero ancora il tecnico toscano al timone della nave, convinti che il suo ruolo sia fondamentale nella struttura costruita in questi ultimi due anni a Castellammare.
Per fare i matrimoni, si sa, bisogna essere in due e così il patron Franco Manniello, pur ribadendo di non essere preoccupato di un futuro senza il suo nocchiero, prova a distendere gli animi ed a chiarire meglio le intenzioni del club: «Sono d’accordo, i matrimoni si fanno in due. Ma in questo momento è importante arrivare quanto prima alla salvezza. Il giorno dopo la certezza matematica della B parleremo con il tecnico del prossimo anno. Braglia resta la prima scelta, non ci sono dubbi, ma ovviamente bisognerà capire le aspettative di entrambi».
La sensazione è che sia stata soprattutto la gestione del mercato di gennaio a creare freddezza tra le parti. Braglia, infatti, ha criticato a più riprese, l’ultima volta nella scorsa settimana, il mancato arrivo di un esterno in grado di sostituire Erpen. Solo un faccia a faccia tra l’allenatore e i due patron, Giglio e Manniello, potrà mettere la parola fine sulla querelle del rinnovo.
Intanto, chiarita la sua posizione sulla questione legata a Braglia, Manniello prova a stemperare anche i toni dopo la notizia della notte in discoteca, venerdì scorso, di Mbakogu e Raimondi, esclusi dai convocati per il match col Torino: «Lo sapevo, avevano chiesto a me il permesso. Sono due ragazzi di 19 e 20 anni e, sia pure dispiaciuti dall’esclusione, vanno capiti. Con loro mi sono sempre comportato da buon padre di famiglia, non vedo il problema». C’è da capire però come l’avrà presa Braglia.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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