Una Juve Stabia cuore e grinta. È l’elisir di Piero Braglia in vista della storica partita contro il Torino di domani al Menti. Reduce dal non esaltante pari di Ascoli, il tecnico pretende un netto cambio di marcia dai propri uomini in ottica salvezza. «Se si pensa di poter giocare contro il Torino come al Del Duca è meglio restare a casa – tuona il trainer – dell’ultimo match salvo solo risultato e difesa. Pretendo calciatori che corrano e lottino per l’intera partita, non persone che sembrano capitate sul campo per caso. La forma fisica non è un alibi».
Come non deve esserlo l’assenza di Erpen. «A gennaio avevo chiesto esterni di qualità perché in rosa mancano elementi dello spessore di Horacio e non sono arrivati. L’argentino ha grinta, corsa ed una tecnica tale da permettergli di leggere in anticipo la giocata vincente, per noi è indispensabile: Tarantino, Raimondi, Mbakogu e Ceccarelli non danno le giuste garanzie». Braglia vuole usare il pugno duro con chi lo ha deluso: «Domani qualcuno guarderà la partita dalla tribuna, a me non interessa del nome e dell’età del diretto interessato. Pazienza se perderemo qualche partita, il mio diktat va rispettato: la strada per la salvezza è lunga». Un messaggio la cui risonanza è amplificata dalla partita contro il Torino. «Non recupereremo Scognamiglio, sogno di schierare Erpen, ma sarà dura. Spero solo che la tifoseria ci sostenga sino all’ultimo minuto, solo così potremo reggere l’urto».
Granata a Castellammare da primi della classe: il giudice sportivo ha ieri accolto il ricorso contro il Padova, tramutando l’1-0 sul campo dai biancorossi nello 0-3 a tavolino per i piemontesi per il blackout del 3 dicembre all’Euganeo. Il migliore in campo di Juve Stabia–Torino sarà premiato con una targa in memoria di Menti.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
