Un Natale particolare, con tre gare in sette giorni, con la prima parte delle festività in ritiro con la squadra. Piero Braglia, alla vigilia della sfida con il Verona, in programma domenica al Bentegodi, sembra sereno, nonostante un momento in cui i risultati non hanno premiato la sua squadra. «Contro il Cesena – precisa – la squadra mi è piaciuta. Magari giocassimo sempre con quel vigore e quella tensione agonistica. Ho rivisto in tutti la determinazione che voglio io, quella che ci ha consentito di conquistare risultati importanti in questi anni».
Contro la squadra di Mandorlini, costretto da una singolare squalifica a ribadire in tutte le interviste di credere fermamente nei valori dello sport, il tecnico si aspetta una prova maiuscola: «È una gara importante, contro un ottimo avversario. Ma forse è meglio giocare questo tipo di partite, i ragazzi sanno di dover dare qualcosa in più. Mandorlini? Se l’è un po’ andata a cercare, non puoi andare in casa d’altri e lasciarti a certe affermazioni. È normale che la pena sia altrettanto dura». Braglia guarda avanti in una settimana iniziata con Di Somma che annunciava il mancato accordo per i rinnovi con i vari Dicuonzo, Scognamiglio, Erpen e Baldanzeddu, e conclusa con la cena tra il diesse e Pitino della Nocerina (era presente anche Auteri), in un locale stabiese. Parlare di mercato sembra impossibile. «Quanto a Dicuonzo e alla sua esclusione col Cesena, c’è poco da dire – precisa -, aveva bisogno di fermarsi un attimo, domenica torna in campo regolarmente. Io da qui non lo mando certo via. Quanto a Di Somma, forse il momento di dire certe cose è stato sbagliato, ma sono sereno, nello spogliatoio tutti sanno come stanno le cose. Mi auguro che la società non resti sulle sue e torni a parlare con chi è realmente intenzionata a trattenere. Gli altri, ovviamente, sono liberi di accasarsi altrove». Sulle dimissioni di Manniello, ecco un invito al presidente a fare retromarcia: «Lo confermo. In questo momento l’unica cosa che possiamo fare è andare avanti stando zitti. Evidentemente gli arbitri sono una casta e se si fa chiasso vengono qui prevenuti». Infine, un augurio a Castellammare: «Con la speranza che chi di dovere capisca finalmente che bisogna darsi una mossa e cambiare qualcosa in questa città. Da tre anni i problemi sono sempre gli stessi e nessuno cerca di risolverli. E noi cercheremo di regalare qualche gioia a questi tifosi…».
Gaetano D’Onofrio per “Il Mattino”
La Redazione
P.S.
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