C’è fermento e tensione a Castellammare. All’indomani delle richieste dal procuratore federale, Stefano Palazzi (rappresentato giovedì dal suo vice, Mensitieri), a chiusura del dibattimento legato all’ inchiesta “Golden Gol”, ad accendere ancora di più gli animi non sono solo i nove punti di pena richiesti, quanto l’arringa del procuratore: «Non mi va che qualcuno cominci la sua requisitoria paragonando la città alla camorra – ha detto Piero Braglia -, e tirando in ballo la Juve Stabia. Da quando sono qui non ho mai visto o sentito nulla che potesse far pensare ad ingerenze all’interno del club. Altrimenti sarei già andato via. Mi infastidisce che la richiesta di un procuratore finisca per associarci a cose che non c’entrano con il calcio».
A far arrabbiare il tecnico e società, il fatto che il procuratore abbia tirando in ballo le affermazioni del sindaco Bobbio che la scorsa estate, in un’intervista rilasciata all’Ansa, aveva parlato di Castellammare, in merito alla vicenda delle gare d’appalto per l’assegnazione della gestione degli chalet dell’Acqua della Madonna e dei lidi balneari andate deserte, come di una città «in cui le organizzazioni criminali condizionano lo sviluppo del territorio». Parole riprese nella sua requisitoria: «Effettivamente – ha confermato l’avvocato della Juve Stabia, Fulvio Pellegrino – l’inizio dell’arringa è stato caratterizzato proprio dal riferimento a quelle dichiarazioni. In pratica, questo un po’ il senso che la procura cercava di far passare: non siamo noi a dipingere male la città, ma è lo stesso sindaco a dare una descrizione della situazione rispetto a fenomeni di malavita organizzata. Nel prosieguo della requisitoria, si lasciava intende che questo è territorio di camorra, e naturalmente tutte le attività, quindi anche le squadre di calcio, sono costrette a subire le pressioni malavitose. Gli animi, in queste ore, si sono riscaldati, proprio perché in città la maggioranza è fatta di persone perbene, c’è una società sana, e soprattutto la convinzione da parte di tutti della completamente estraneità alla vicenda».
La società, quindi, ha interpretato le parole di Palazzi allo stesso modo di Braglia: «Non si può abbinare la Juve Stabia alle organizzazioni criminali – ha spiegato Franco Giglio, presente al dibattimento a Roma -, evidentemente in quella sede si è andati un po’ al di la di quello che doveva essere l’ambito, sportivo, della vicenda. Stiamo valutando la possibilità di chiedere la registrazione del dibattimento, proprio per tutelare la nostra immagine di società pulita, trasparente. Aspettiamo, ci sono tre gradi di giustizia, e se sarà necessario li percorreremo tutti per dimostrare la nostra estraneità alla vicenda».
Nel pomeriggio di ieri anche il primo cittadino, Luigi Bobbio (che questa mattina terrà una conferenza stampa congiunta con i presidenti della Juve Stabia Franco Giglio e Franco Manniello) ha diramato una nota ufficiale a sostegno della società: «Mi auguro vivamente che la sentenza del giudice sportivo sia favorevole alla Juve Stabia, sulle cui sorti calcistiche la parte sana di questa città. Castellammare di Stabia, non meriterebbe una delusione che farebbe ricadere sulla società e sui cittadini le colpe personali di quei delinquenti che hanno inquinato per anni la vita della città». Intanto, oggi pomeriggio, alle 17, al Menti si svolgerà una manifestazione organizzata dai tifosi della Juve Stabia, che hanno invitato ad aderire sia la dirigenza, che molti dei componenti dell’amministrazione comunale, con consiglieri di maggioranza e minoranza, che hanno già dato la propria adesione, per far sentire forte il sostegno alla causa del club, e per far sentire forte la voce di chi ha a cuore le sorti della squadra: «L’unico bene rimasto a questa città», ha ribadito il patron Franco Manniello.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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