C’è la legge, che è uguale per tutti. Poi c’è la legge del (doppio) tampone, che vale soprattutto per chi può permettersela. E c’è anche la legge di Cristiano Ronaldo, con il quale è difficile scendere a patti. Così, in vista della ripresa dell’attività, aspettando date ufficiali per campionato e coppe, quello di lunedì 4 maggio resta l’appuntamento sempre più concreto per l’inizio degli allenamenti. Con la Juve che resta assolutamente serena riguardo i tempi della propria fase due, anche al di là del caso Higuain: non c’è ancora un giorno fissato per raduni o convocazioni, resta ancora valido il liberi tutti nonostante il fatto che i giocatori ancora all’estero dovrebbero rispettare le due settimane di isolamento obbligatorio per chi rientra in Italia. Erano nove, da ieri otto dopo il ritorno annunciato di Miralem Pjanic: volo privato e sorriso smagliante, tutto documentato su Instagram.
Calendario alla mano, se il bosniaco è tornato a Torino appena in tempo per gestire teoricamente le due settimane di quarantena precauzionale per chi rientra dall’estero, tutti gli altri rischierebbero di iniziare in ritardo la propria preparazione. Condizionale d’obbligo. Perché la serenità che trapela dalla Continassa è legata anche o soprattutto all’opportunità di poter ottenere una riduzione sensibile dei tempi per l’isolamento in questione. Ricorrendo sostanzialmente alla stessa soluzione già concessa ai vari Higuain, Pjanic, Khedira e Douglas Costa di lasciare Torino prima della scadenza delle due settimane dall’ultimo contatto con Rugani: quella del doppio tampone. In parole povere, potendosi permettere di effettuare il test per la rilevazione del Covid-19, possono bastare dai cinque ai sette giorni tra un tampone e l’altro in caso di doppia negatività per ottenere l’ok dai responsabili sanitari a sospendere la quarantena. Una prassi non prevista dal decreto legge, che non contempla la possibilità dei tamponi per gli asintomatici di rientro dall’estero, ma che rappresenta un’eccezione già applicata in passato e nuovamente applicabile nei prossimi giorni.
È la legge del (doppio) tampone, insomma. Che permetterà alla Juve anche di andare incontro alla legge di Cristiano Ronaldo. Mentre esplode il caso Higuain, basta riavvolgere il nastro di un mesetto per ricordarsi come il fuoriclasse portoghese abbia sempre parlato chiaro riguardo il proprio ritorno in Italia solo quando sarà strettamente necessario. E sicuro. «Cristiano Ronaldo non si è allenato e rimane a Madeira in attesa di sviluppi legati all’emergenza sanitaria attualmente in corso»: poche parole diramate dalla Juve mercoledì 11 marzo che confermavano l’intenzione di CR7, un paio d’ore prima della notizia della positività al Covid-19 di Rugani. Possibile che anche lui possa quindi tornare come tutti gli altri compagni attualmente all’estero entro domenica prossima, magari condizionato da quel Coronavirus che ora fa paura pure sull’isola di Madeira. Ma è anche più probabile che Ronaldo si possa prendere qualche giorno in più, continuandosi ad allenare a casa sua anche a costo di aggregarsi al gruppo di Maurizio Sarri in ritardo. A maggior ragione considerando come la prima parte della fase due del calcio sarà solo ed esclusivamente legata a un programma di riatletizzazione, con la distanza di sicurezza tra un calciatore e l’altro in un contesto di lavoro a gruppi. Con la legge del (doppio) tampone si può. E la legge di Cristiano Ronaldo può da sempre qualcosa in più degli altri.
Fonte: Corriere.it
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