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“Juliano, il napoletano campione d’Europa”

Mimmo Carratelli fa un excursus sul torneo d'Europa con un occhio particolare ai giocatori del Napoli

Il Campionato europeo per nazioni l’aveva ideato un ex arbitro e dirigente calcistico francese, Henri Delaunay. Divenuto segretario dell’Uefa, sorta nel 1954, lanciò l’idea del torneo europeo per nazionali. Morì l’anno dopo e non vide la sua idea concretizzata. L’Uefa riuscì a varare il Campionato solo nel 1960 dedicando la Coppa a Delauny. La prima edizione si svolse in Francia con la partecipazione di 17 nazionali. L’Italia, temendo un insuccesso della squadra azzurra, non partecipò. Vinse l’Urss del leggendario portiere Jascin, di Igor Netto mediano di gran classe e dell’alaSlava Metreveli, i campioni di quella formazione. Nell’edizione successiva, con 29 squadre in lizza, il Campionato si svolse in Spagna e fu la nazionale padrona di casa ad aggiudicarsi il torneo. Luisito Suarez era il suo calciatore di spicco. L’Italia venne eliminata negli ottavi dall’Urss.
UN MONDO NUOVO  All’Italia fu assegnata l’organizzazione del Campionato del 1968. Il mondo era in subbuglio. Appassirono i “figli dei fiori” e apparvero le Pantere nere. In Cina esplose la Rivoluzione culturale a stento frenata da Mao. A Memphis, Martin Luther King, il pastore protestante leader dei diritti civili, affacciatosi al balcone del secondo piano di un motel venne assassinato con un colpo di fucile. Era il 4 aprile 1968. Daniel Cohn-Bendit fu il leader della rivoluzione studentesca che occupò la Sorbona e il vecchio Charles De Gaulle (78 anni) fronteggiò il Maggio francese sciogliendo il Parlamento. Joan Baez e Bob Dylan cantavano inneggiando al pacifismo e alla solidarietà. In ottobre, alle Olimpiadi di Città del Messico, Tommie Smith e John Carlos, velocisti di colore nella squadra statunitense, si presentarono scalzi sul podio della premiazione mostrando il pugno chiuso in un guanto nero. Mentre veniva suonato l’inno americano, Smith sollevò il braccio destro e Carlos quello sinistro. Espulsi dai Giochi.
In Italia, studenti e operai fecero fronte comune nelle proteste e nell’occupazione delle scuole e delle università. Numerosi gli scontri con la polizia. La Dc vinse le elezioni con 12.437.848 voti, seguita dal Pci con 8.551.347. Il Psi fu scosso da convulsioni e lacerazioni. Nacque il Psiup. Il calcio andò avanti con le sue regole fisse e i tornei mentre il mondo non era più lo stesso. Il Milan di Nereo Rocco vinse il campionato con 9 punti di vantaggio sul Napoli che, guidato da Pesaola, conquistò uno storico secondo posto. Nel Milan giocavano Cudicini, Schnellinger, Trapattoni, Hamrin, Sormani, Rivera, Prati. Una formazione di assi. Pesaola, nonostante i trambusti societari e le continue liti all’ombra del vecchio Lauro (81 anni), portò orgogliosamente avanti il Napoli. Poteva contare su Zoff e Pogliana, acquistati da Gioacchino Lauro, su un attacco con Canè, Juliano, Orlando, Altafini, Barison e su una solida difesa con Nardin, Stenti, Panzanato e Girardo. Sivori, dopo l’operazione a un menisco, giocò poche partite.

LA MONETINA DEL SAN PAOLO  Al Campionato europeo 1968 aderirono 31 nazionali. L’Italia organizzò la parte conclusiva della competizione, semifinale e finale. Il San Paolo fu al centro del Campionato ospitando tre gare di quegli Europei. La prima partita dei gironi di qualificazione (3-1 alla Romania). Il match di ritorno con la Bulgaria: l’Italia ribaltò il risultato dell’andata (2-3 a Sofia) con i gol di Prati e Domenghini (2-0). Fu il match in cui Dino Zoff, che nel Napoli aveva preso il posto di Bandoni, esordì in nazionale. E la semifinale con l’Urss.
Juliano giocò tutte le otto partite di qualificazione, cinque volte in coppia con Rivera, due volte con De Sisti e una volta con Mazzola. L’Italia eliminò man mano la Romania (3-1 e 1-0 a Bucarest), Cipro (2-0 a Nicosia, 5-0 a Cosenza), la Svizzera (2-2 a Berna, 4-0 a Cagliari) e la Bulgaria. Era la nazionale di Ferruccio Valcareggi trascinata dai gol di Riva (6) e di Mazzola (5).
Il San Paolo portò fortuna all’Italia nella semifinale con l’Urss (mercoledì 5 giugno). In campo Zoff e Juliano, alfieri del Napoli. Il match si risolse negli spogliatoi dopo lo 0-0 alla fine dei supplementari. L’arbitro tedesco Tschenscher fece brillare la monetina che promosse l’Italia per sorteggio. Si racconta che la monetina cadde dal verso giusto per promuovere l’Italia alla finale fissata tre giorni dopo all’Olimpico di Roma, avversario la Jugoslavia.
La finale finì 1-1 dopo i supplementari (gol di Domenghini). Il regolamento prevedeva la ripetizione del match e non la soluzione ai calci di rigore. Si rigiocò di lunedì (10 giugno) due giorni dopo il primo confronto. Valcareggi operò dei cambi per avere una squadra più fresca: Mazzola prese il posto di Juliano e De Sisti quello di Lodetti, due mezzeali meno impegnate in precedenza, più Rosato e Salvadore al posto di Ferrini e Castano. La Jugoslavia cambiò due soli giocatori. L’Italia vinse 2-0 con i gol di Riva e Anastasi.
In quell’Europeo, Juliano totalizzò 11 presenze, in pratica sempre in campo tranne che nella finale-bis. In seguito partecipò a tre Mondiali giocando l’ultimo quarto d’ora della finale di Città del Messico contro il Brasile (1-4) al posto di Bertini. Nell’Europeo 1968 solo Facchetti giocò tutte le 11 partite. Domenghini ne giocò 10 come Juliano. Nove le presenze di Burgnich. Zoff giocò quattro partite dopo Sarti (2) e Albertosi (5). Ottavio Bianchi giocò la prima partita di qualificazione al San Paolo contro la Romania, insieme a Juliano.

GLI AZZURRI EUROPEI  Sono undici i calciatori del Napoli che hanno giocato in nazionale le partite dei Campionati europei giunti alla quattordicesima edizione. De Napoli (17 presenze); Juliano (11); Zoff, Bagni e Ciro Ferrara (7); Crippa (5); Savoldi, Orlandini, Francini e Zola (2); Bianchi (1).  Zoff partecipò anche all’Europeo 1972. Juliano giocò ancora una partita all’Europeo 1976 con altri due del Napoli, Savoldi e Orlandini. Ciro Ferrara giocò nell’Europeo 1988 con Bagni, De Napoli, Francini. All’Europeo 1992 presenti quattro azzurri: De Napoli, Ferrara, Crippa, Zola. Con De Sanctis e Maggio, in questo Europeo 2012, il Napoli torna ad essere rappresentato con due suoi giocatori.
Il San Paolo ha ospitato sette partite dell’Italia nei Campionati europei. Dopo le tre gare del 1968, sono state giocate a Napoli la finale per il terzo posto del 1980 (Cecoslovacchia-Italia 1-1, poi 10-9 ai rigori); Italia-Svezia (0-3) il 15 ottobre 1983 per le qualificazioni all’Europeo dell’anno dopo; Italia-Svezia (2-1) il 14 novembre 1987, altra gara di qualificazione per la fase finale del 1988; Italia-Danimarca (2-3) l’8 settembre 1999, gara di qualificazione all’Europeo 2000. Il 1° maggio 1991, la nazionale italiana giocò a Salerno una gara di qualificazione europea battendo l’Ungheria 3-1 (in campo Ferrara, Crippa e De Napoli). Agli Europei 1980, organizzati in Italia, Olanda-Grecia (1-0), Germania-Olanda (3-2), Inghilterra-Spagna (2-1) furono giocate al San Paolo.

DE SANCTIS: 39 CONVOCAZIONI   Morgan De Sanctis, 35 anni, è entrato nel giro della nazionale nel 2005. Più anziani del portiere del Napoli in nazionale sono Buffon (1997), Pirlo e Di Natale (2002), Cassano (2003), De Rossi, Chiellini e Barzagli (2004). In nazionale De Sanctis è giunto vestendo le maglie di quattro squadre: Udinese, Siviglia, Galatasaray, Napoli.  Il suo curriculum è di 34 panchine e 5 gare giocate: Italia-Islanda 0-0 (30 marzo 2005) dal 46’ al posto di Roma; Italia-Moldavia 2-1 (12 ottobre 2005) in campo per l’intera partita; Grecia-Italia 1-1 (19 novembre 2008) per l’intera partita; Italia-Irlanda del Nord 3-0 (11 ottobre 2011) dal 31’ al posto di Buffon; Italia-Russia (0-3) di venerdì scorso dal 46’ per Buffon.
Sono 39 le convocazioni di De Sanctis in nazionale: 7 con la maglia dell’Udinese, 7 con quella del Siviglia, 10 col Galatasaray, 15 col Napoli. E’ entrato da riserva di Buffon dopo gli anni di Peruzzi e Toldo. Il portiere del Napoli è alla seconda convocazione agli Europei. Nel 2008 fu chiamato da Donadoni. Morgan giocava nel Siviglia. Fu in panchina nelle quattro partite conclusive del torneo. De Sanctis ha fatto parte della nazionale agli ultimi Mondiali (2010 in Sudafrica).

LE 16 PARTITE DI MAGGIO   Christian Maggio è entrato nel giro della nazionale nel 2008 con la maglia del Napoli. Ha all’attivo 16 presenze e cinque panchine. Ha debuttato in Grecia-Italia 1-1 (19 novembre 2008) sostituendo al 61’ Camoranesi. Ha giocato i primi tempi contro la Svezia (1-0) e l’Ucraina (2-0). E’ entrato al 63’ per Zambrotta in Italia-Messico (1-2), al 46’ per Criscito contro la Slovacchia (2-3) al Mondiale 2010, al 53’ per Cassani in Germania-Italia 1-1, al 61’ per Abate contro gli Stati Uniti (0-1). Ha giocato nove partite intere: le amichevoli contro Camerun (0-0), Svizzera (1-1), Spagna (2-1), Uruguay (0-1) e Russia (0-3) e quattro gare di qualificazione per il prossimo Europeo: Slovenia (1-0), Estonia (3-0), Far Oer (1-0), Serbia (1-1).   Nell’albo d’oro degli Europei svetta la Germania campione 1972, 1980, 1996. La Spagna ha vinto nel 1964 e nel 2008 due anni prima di laurearsi anche campione del mondo. Due vittorie anche per la Francia (1984 e 2000). L’Urss vinse la prima edizione (1960). Campioni d’Europa sono stati, con l’Italia 1968, la Cecoslovacchia (1976), l’Olanda (1988), la Danimarca (1992) e, a sorpresa, la Grecia nel 2004. L’Inghilterra non ha mai vinto il Campionato europeo neanche quando l’organizzò in casa sua nel 1996.
La 14^ edizione si disputerà dall’8 giugno al 1° luglio in quattro città della Polonia (Varsavia, Danzica, Poznan e Breslavia) e in altre quattro dell’Ucraina (Kiev, Donec’k, Charkiv e Leopoli).   Fra le 16 nazionali qualificatesi per la fase finale, comprese Polonia e Ucraina presenti di diritto in quanto Paesi organizzatori della competizione, mancano la Slovacchia di Hamsik (eliminata nel girone che ha promosso la Russia e l’Irlanda del Trap), la Macedonia di Pandev (eliminata nello stesso girone) e la Svizzera di Inler e Dzemaili rimasta fuori nel girone che ha promosso una sola squadra, l’Inghilterra.   Dopo le partite di qualificazione, cinque squadre giungono imbattute alla fase finale: Italia, Germania, Grecia, Inghilterra e Spagna. La nazionale di Prandelli presenta anche la miglior difesa con due gol subiti nelle 10 gare di qualificazione (gol del serbo Ivanovic a Buffon e dell’estone Zenjov a Sirigu). L’Olanda ha sventagliato il migliore attacco: 37 gol in 10 partite però con un 11-0 a San Marino, la nazionale con la peggiore difesa (53 reti incassate). La Germania è la squadra che ha vinto di più: dieci partite su dieci, unica nazionale a qualificarsi a punteggio pieno.

LE QUOTE DEI BOOKMAKERS  La partita inaugurale sarà Polonia-Grecia a Varsavia venerdì 8. L’Italia, nel girone con Spagna, Irlanda e Croazia, debutterà a Danzica domenica 10 contro gli spagnoli, campioni d’Europa e del mondo. Poi Italia-Croazia il 14 giugno e Italia-Irlanda il 18.  Dal 21 giugno si passerà dalla fase a gironi a quella ad eliminazione diretta sino alla finale fissata a Kiev per il 1° luglio, una domenica.   Le quote dei bookmaker danno favorita la Spagna (3,50) seguita dalla Germania (3,75). L’Olanda viene data a 7. Indietro l’Italia, a 12, con Francia e Inghilterra. Il Portogallo di Cristiano Ronaldo è dato a 20 per la vittoria finale, le due nazionali ospitanti a 50, le due sorprese di altri Europei, Danimarca e Grecia, a 80.
Sono numerose le “stelle” attese alla ribalta: il polacco Lewandowski, il russo Arshavin, il portiere del Chelsea Cech nella nazionale ceca col centrocampista Rosicky, gli olandesi Sneijder, Robben, Kuyt, Van Persie, i tedeschi Mario Gomez (pronosticato capocannoniere del torneo), Schweinsteiger, Ozil, Klose, Podolski, il portoghese Cristiano Ronaldo, i centrocampisti spagnoli Iniesta, Xavi, Fabregas, Xabi Alonso, Silva, l’intramontabile irlandese Robbie Keane che è andato a giocare nel Los Angeles Galaxy dopo più di 370 partite nel campionato inglese, Rooney e Gerrard nella nazionale britannica passata da Capello a Hodgson, Ibrahimovic nella Svezia, Benzema, Nasri, Ribery nella Francia di Laurent Blanc.  Per la terza volta sono due Paesi, Polonia e Ucraina, ad ospitare gli Europei. Era già successo nel 2000 (Belgio e Olanda) e nel 2008 (Austria e Svizzera). Hanno ospitato due volte la competizione l’Italia (1968 e 1980) e la Francia (1960 e 1984). Le altre nazioni organizzatrici della fase finale degli Europei sono state: Spagna (1964), Belgio (1972), Jugoslavia (1976), Germania (1988), Svezia (1992), Inghilterra (1996), Portogallo (2004).

GOLDEN-GOL E MASCOTTE  Nell’edizione del 2000, l’introduzione della regola del golden-gol (la partita in parità finiva al primo gol segnato nei supplementari) costò cara all’Italia guidata da Dino Zoff e battuta in finale, a Rotterdam, dalla Francia per la rete di Trezeguet al 103’. La regola ebbe breve durata.   Willie, il simpatico leoncino inglese, è stato la prima mascotte dei campionati di calcio apparendo ai Mondiali 1966 organizzati in Inghilterra. Anche gli Europei hanno creato la loro mascotte. La prima è stato Pinocchio ai Campionati organizzati dall’Italia nel 1980. La Francia, nel 1984, presentò “Peno” che nello slang francese significa calcio di rigore: un galletto con coda, cresta e stivali con i colori della bandiera francese. Germania 1988 presentò un coniglio: Berni. E non fu il solo. Quattro anni dopo, la mascotte degli Europei in Svezia fu Rabbit. L’Inghilterra 1996 sfoderò un gigante buono, Goliath, con tre leoni sulla maglia. Belgio e Olanda, nel 2000, unirono un diavolo belga e un leone olandese creando Benelucky, che significava anche bene (in latino) e lucky (fortuna, in inglese). Il Portogallo presentò Kinas, nel 2004: era un ragazzino con poteri speciali, ma non bastò alla nazionale di casa battuta in finale dalla Grecia. Nel 2008, Austria e Svizzera invenarono Trix e Flix, due misteriosi gemelli delle Alpi. Una coppia di mascotte si ripete in Ucraina e Polonia per i prossimi Europei. Sono Slavek e Slavko, due bambini che giocano a calcio con le maglie delle nazionali ospitanti e i capelli punk (sarebbero piaciuti ad Hamsik).

Fonte: Il Napolista.it

La Redazione

M.V.

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