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Jorginho: “Qui mi trovo benissimo. Inler, Callejon e Higuain mi aiutano molto”

NAPOLI – Toda joia toda beleza. Ecco cosa trasuda dal Jorginho azzurro che sa muovere con estrema disinvoltura le corde del cuore, oltre alla palla in (centro)campo. Ecco Jorge Luiz Frello Filho, colui che appena arrivato si è già prontamente integrato. Con la spensieratezza dei suoi anni (22), con quell’allegria in gran parte derivante dai natali brasiliani, con la voglia di arrivare in alto ma soffermandosi con scrupolo sui passaggi indispensabili per mettere la freccia in su. La semplicità del personaggio si sposa ad arte con la gioia per la destinazione raggiunta, che è considerata appena punto di partenza per crescere, e poi c’è la bellezza di tutto ciò che lo circonda. Dai tifosi, alla città, al mister, ai compagni: un pot-pourri che l’ha immediatamente rapito.

INSERIMENTO – Veloce, repentino, come le imbeccate che il Sapientino azzurro sforna sul campo. Quelle che nelle ultime partite hanno contribuito (assieme alla rinata verve di Inler) a rivitalizzare la linea mediana, irradiandone peraltro i benefici sia all’attacco che alla difesa. «A Napoli mi sto trovando benissimo, grazie anche alla splendida accoglienza riservatami dai compagni, mi stanno aiutando Inler, Callejon ed Higuain» ecco il segreto dell’innesto-lampo, ecco le parole a radio Kiss Kiss (Siamo tutti CT) di un ragazzo che sa davvero ciò che vuole. E poi sulla città: «Quando esci sei sempre in piena baraonda, e se pure la gente mi ha fatto sentire subito a casa, cerco di uscire il meno possibile, per stare più tranquillo».

VADO AL MASSIMO – Almeno ci vuole provare, senza perdere tempo: «Penso solo a fare il massimo per il Napoli. Dobbiamo continuare a giocare come abbiamo fatto nelle ultime partite, provando a correggere gli errori del passato, per crescere ancora. In Brasile con l’Italia? Non so». Ma c’è pure una norma Fifa che fissa a cinque anni dopo il diciottesimo un’eventuale convocazione per quelli come lui naturalizzati, ma non in linea diretta. Si sta pensando di chiedere una deroga, visto che in Italia è poi arrivato a 15 anni. «Benitez? E’ un vincente e con lui posso solo migliorare». Emozioni su emozioni, poi. «Maradona al San Paolo è stata una grande emozione, accresciuta dal fatto che ha visto il mio gol. Per me è un mito. E poi anche quella di sentire cinquantamila tifosi che esultavano e urlavano il mio nome».
Fonte: Corriere dello Sport

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