Il black out elettrico di mezz’ora non spegne Jorginho. Il brasiliano irrompe nella sala conferenze di Castelvolturno con grande personalità. Idee chiare del centrocampista italo-brasiliano alla sua presentazione ufficiale. «Sono venuto qui a Napoli consapevole delle mie qualità, giocherò in una grande squadra e cercherò di dare il mio contributo. A Verona ho giocato anche da mezzala nel centrocampo a tre ma preferisco fare il regista, ricevere palla e farla girare per gestire un po’ la squadra».
Un regista, un centrale, un centrocampista dai piedi buoni e dalla visione di gioco, quello che mancava al Napoli. Jorginho quando parla dei suoi modelli non ha dubbi. «Pirlo e Xavi», risponde. Cioè i due registi più forti al mondo, il paragone è con i due centrocampisti al top nel ruolo. Giocherà con la maglia numero 8. «Un numero che mi è sempre piaciuto e poi è una maglia che ha portato sempre bene qui a Napoli».
Un grande colpo, uno dei giovani più interessanti del campionato italiano. «Non devo sedermi ed accontentarmi mai, devo invece pensare sempre a migliorare. Il giovane migliore è Berardi: ha segnato quattro gol al Milan ed è lui il più interessante». Un sogno Mondiale, la convocazione di Prandelli per Brasile 2014 sarebbe il massimo. «La Nazionale è la conseguenza del lavoro che fai con la tua squadra: cercherò di dare il meglio, poi toccherà a Prandelli fare le sue scelte». Jorginho, però, preferisce non guardare molto avanti, il suo obiettivo è l’immediato. «Penso alla prossima partita, questa deve essere la nostra mentalità e poi i conti li faremo alla fine».
Ventuno anni, una crescita rapidissima, la B con il Verona e subito protagonista nei primi quattro mesi di serie A con la squadra di Mandorlini. Ora il passaggio al Napoli, in un club che lotta per i vertici in Italia e in Europa. Il salto in avanti non gli ha fatto venire le vertigini. «Devo continuare a fare il mio lavoro come sempre e imparare con umiltà dai miei compagni e ovviamente ascoltare l’allenatore». Atleticamente sta bene, l’ultima partita la giocò proprio contro il Napoli al Bentegodi. «La trattativa si è sviluppata dopo quella partita, avevo letto solo dai giornali dell’interessamento del Napoli», ricorda Jorginho. Pronto già a dare una mano contro il Chievo. «Mi sento pronto, se Beitez vuole puntare su di me cercherò di assolvere al meglio il mio compito». Per lui sarebbe di nuovo come un derby e anche un’occasione di rivincita, visto che con il Verona perse contro il Chievo.
Sette assist decisivi, tra i migliori nel campionato italiano per numero di passaggi riusciti, il regista italo-brasiliano arriva a Napoli con numeri molto positivi. «Vengo per migliorare e imparare dai tanti campioni che giocano nel Napoli. Ringrazio la società per la fiducia, i numeri contano ma per continuare a fare bene devo lavorare senza mollare mai. I rigori? A Napoli c’è già un rigorista».
Le caratteristiche di gioco: si sente più Inler o Behrami? «Sono Jorginho e devo restare me stesso, anche se loro sono grandi campioni e mi aiuteranno a crescere. Conosce le mie qualità. L’arrivo di un altro centrocampista? La società farà le proprie valutazioni». Con il suo arrivo cresce a tre il numero dei brasiliani in azzurro. «Rafael e Uvini mi hanno portato subito a cena, sono stati eccezionali». Non teme il San Paolo: «Non devo impaurirmi, devo giocare tranquillo come da tutte le altre parti. La spinta dei tifosi può essere un aiuto in più per tutti quanti noi». Ha già parlato a lungo con Benitez sul discorso tattico. «Mi sta spiegando i movimenti diversi nel centrocampo del Napoli che adotta un modulo differente: sono pronto».
Fonte: Il Mattino.
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