Una battaglia campale, una maratona di due ore per sfinirsi ai rigori. Fatale ai partenopei l’errore di Lavezzi, il più inatteso, considerata la classe mondiale dell’argentino. Napoli-Inter è stato un quarto di finale degno di una finale della Coppa Italia, finalmente rivalutata dopo anni in cui era diventata piccola piccola. Caduti a Udine, i campioni del mondo si sono rialzati al San Paolo, davanti ad un’autentica, grande squadra che, prima della soluzione dagli undici metri, avrebbe meritato di vincere ai punti. Mazzarri ha ragione a non porre limiti al Napoli, il cui gioco lungo le corsie esterne con gli scatenati Maggio e Dossena è un trampolino di lancio per le incursioni di Cavani, Hamsik e Lavezzi.
Soltanto un gigantesco Castellazzi ha vietato ai partenopei di vincere sia nei tempi regolamentari sia in quelli supplementari, anche se De Sanctis ha firmato la parata dell’anno deviando sulla traversa il bolide al volo di Cambiasso. Impressiona la condizione atletica del Napoli, pancia a terra pure nell’appendice dei trenta minuti oltre il novantesimo. Leonardo ha più che mai bisogno di Pazzini: quando Eto’o non è in serata e Milito non c’è e Pandev vaga nel nulla, l’Inter stenta a concludere. Per colmo di scalogna, si è rifatto male Stankovic e meno male che a centrocampo brilla la luce di Cambiasso, sennò sarebbe buio pesto. Onore all’Inter, detentrice della Coppa Italia e onore al Napoli, degnissimo avversario. E onore al pubblico del San Paolo, alla sua sportività, a quegli applausi che hanno accomunato due grandi squadre al fischio finale. Questo è il modo di onorare il calcio.
Fonte: Blog Mister X di Javier Jacobelli
La Redazione
F.C.
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