Il Napoli è ancora in testa. E senza aiutoni. La partita degli azzurri contro una Fiorentina eccellente ci ha riconciliato con il calcio dopo un week end avvelenato. Facile dire “il Milan è risorto” e “Juve travolgente” dopo che le Due Nemiche hanno goduto di sfacciati favori arbitrali a Bologna e Udine, dove Tagliavento e Valeri hanno concesso un rigore inesistente ai rossoneri e una incredibile espulsione di Brkic. Così si vola, naturalmente, e le goleade non rivelano qualità di gioco. Al San Paolo disastrato, invece, il Napoli ce la deve metter tutta, come a Palermo, confermando l’ultim audace sortita di Mazzarri che ha parlato di squadra senza “titolarissimi”. Ma gli Issimi certo non mancano, a partire dal solito Hamsik che è stato come librato dalla pur dolorosa partenza di Lavezzi: Marek è sempre più Luce e Guida di un gruppo che ha sapuro sciorinare per molto tempo ungioco sontuoso, certo favorito dalla coraggiosa e intelligente prtita della Fiorentina ch ha meritato il gol della bandiera con il solito strepitoso Jovetic. Partite di questo livello tecnico sono sempre più rare e l’azzeccata impostazione tattica voluta da Mazzarri – indirizzata a un crescendo offensivo inesauribile grazie a Marek, Cavani e Insigne con una eccellente copertura difensiva senza smagliature e comunque affidata all’attenta guardia di De Sanctis – fa già vedere una squadra matura degna di traguardi importanti. Si riprenderà col Parma dopo la sosta azzurra, si vedrà se anche avversari di media portata saranno affrontati con la stessa lucidità e identico entusiasmo. Mazzarri non si irriterà se la critica esalterà la forza in contropiede degli azzurri, favorita – come dicevo – da un Fiorentina che a sua volta ha esibito le stesse armi pur incapace di azioni ficcanti come quelle realizzate dagli azzurri capaci di andare in porta con tre/quattro passaggi. Come se giocasse a memoria. Insigne è sempre al centro dell’attenzione ed è encomiabile la maturità con cui si mette a disposizione dei compagni, comV.e ha fatto con l’assist del primo gol a Marek e accettando disciplinatamente anche un ruolo oscuro: credo che la sua umiltà, dopo mesi di esaltazione, abbia convinto Prandelli a convocarlo in Nazionale; gli manca solo il gol, atteso dai fedelissimi del San Paolo, ma nel frattempo esegue il copione fornitogli da Mazzarri e partecipa al successo di una squadra che tenta di onorare la terza stagione di alto livello cogliendo finalmente un risultato che premi l’impgno, la generosità e la competenza di De Laurentiis e del suo staff. Non è più stagione di mandolini ma di squilli di tromba.
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