Non ho mai visto buttare uno scudetto con tanta disinvoltura, quasi esibendo il fastidio di partecipare a una festa italiana. Ennò, va di moda l’Europa, solo l’Europa, non vi accorgete che dalla mattina alla sera si parla solo d’Europa? In Casa Berlusconi, per gli sfottò di Sarkò, in Casa Bini Smaghi perché la festa bancaria è ormai finita: in Casa Napoli, perché qualcuno avrebbe lanciato l’ordine di spezzare le reni al Bayern e al ManCity, che del provincialissimo scudetto non importa nulla. Dicono che sia la parola d’ordine della Suprema Volontà e tuttavia personalmente non credo che De Laurentiis sia contento di perdere col Chievo, con il Parma, con il Catania, per non dire dei pareggiacci con Fiorentina e Cagliari. Ma il Napoli – ormai si sa – è l’unica squadra che gioca due partite alla volta, una in campionato e una in coppa: ieri, col Catania al Cibali e con il Bayern nel cervello. E c’era voluto poco per accorgersi che il bellissimo fantasmatico gol di Cavani dopo trenta secondi non era anticipo di gloria ma un comodo alibi per darsi una bella riposata, coinvolgendo a metà gara anche il Lavezzi nato generoso che invece avrebbe sempre bisogno di star sotto pressione, come si è visto dopo. E già che ci sono, oso citare anche Inler, faro del Napoli – si dice – ma per almeno un’ora non continuo, piuttosto a lampeggio, come a rivelare un’emergenza. Emergenza vera, lampante: senza il gran manovratore Aronica, senza il SuperMaggio e il pedalatore Campagnaro, e ancora senza il sacrificatissimo Hamsik e un Mini Napoli. Se poi, come può capitare, resti in dieci per la discutibile espulsione di Santana, la frittata è fatta. E richiamare Marekiaro – come tant’altre volte – stavolta non è servito a nulla. Peccato, peccato: con l’Udinese era tornato in campo il Napoli vero, cinico, impegnato di gambe e di testa. A Catania no, la Piccola Argentina di Montella è stata snobbata e invece è chiaro a tutti che i rossazzurri sono degni di attenzione, di rispetto per quanto son riusciti a fare fino ad oggi, non ultimo il brillante pareggio in casa della Lazio: la risposta a Cavani, portata da Marchese e dall’ottimo Berghessio, è nata dal gioco, non da occasioni fortuite, così come i successivi assalti a De Sanctis sono stati sollecitati dalla panchina dove siede il napoletano di Castello di Cisterna Montella, felicemente…corrisposto in campo dal napoletanissimo Lodi.
E adesso tocca al Bayern. Mazzarri gli ha già preso le misure, benissimo: non è imbattibile e anzi bisognerebbe batterlo per non subire il ritorno del City guarito dalle debolezze estive. Ma non sarebbe stato meglio andare a Monaco con il sorriso e il cuore forte dei vittoriosi? Chissà a chi pensava, il Milan, mentre sbancava Roma…
Fonte: Il Roma.net
La Redazione
M.V.
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