La notte più bella di campionato, la notte più brutta e triste del Napoli. Altrove si inneggia agli eroi – Del Piero, Totti, Milito e Di Michele su tutti – al San Paolo svaniscono i sogni di Champions. Vergognosamente, mi sento di dire: perché all’esibizione di forza di un’Atalanta guerriera corrisponde una prova squallida degli azzurri praticamente assenti dalla partita che gli avrebbe spianato la strada principale d’Europa per le sconfitte di Lazio e Udinese mentre alla fine vede il sorpasso della Roma e l’aggancio dell’Inter, le due squadre a lungo più ridicolizzate dalle cronache e dalla critica. Dire di un crollo inspiegabile è dir poco, perché Mazzarri ha mandato in campo il meglio, di tutto di più, ma nessuno ha risposto all’appello disperato dei tifosi che hanno lasciato mortificati il campo delle loro antiche gioie e delle speranze nutrite fino a ieri. Non si parla di schemi, nè di tattiche: l’Atalanta di Pierpaolo Marino (avete visto che faccia aveva De Laurentiis?) non ha permesso al Napoli di organizzare una controffensiva dignitosa fin dal gol del giovane Bonaventura imbeccato dal chilometrista Schelotto; il pareggio in contropiede di Lavezzi non ha provocato una reazione decorosa e il primo tempo si è spento sull’ennesimo “buco” di Cavani, un Cavani irriconoscibile, del tutto simile a qui compagni battifiacca che aveva rampognato nell’ultima faticata vittoria azzurra. Il gol di Bellini – bellissimo – è arrivato a confermare l’assenza del Napoli, e non solo della difesa che adesso verrà richiamata alla responsabilità della sconfitta mentre il peggio è venuto – come di recente – dal centrocampo e dagli attaccanti spompati. Poi, al 67’ l’umiliante stangata di Carmona, e ancora la cacciata di Pandev e l’inutile viavai di sostituzioni: chi entrava in campo era quasi riluttante, sentiva di esser chiamato a condividere solo un’amara sconfitta. Dovessi cercare di salvare qualcuno dl Napoli con la sufficienza mi troverei a disagio, la bocciatura è globale e adesso si presenta pericolosa anche la trasferta di Lecce dopo che Cosmi ci ha fatto vedere – e godere – una squadra di combattenti nati sul difficilissimo campo di Catania. Questo non è il Npoli che per due stagioni ha illuso di avere raggiunto una grandezza degna di avversari come Juve e Milan. Questa non è la squadra che è stata sacrificata sull’altare dlla Champions e che De Laurentiis voleva protagonista: non avevo visto male, sabato scorso, raccomandando al presidente un intervento forte da patron generoso mal ricambiato da un gruppo apparso via via senza più carattere. Intervenga, se non altro per salvare l’ultima chanche, la Coppa Italia che il 20 maggio vedrà il suo impallidito Napoli affrontato da una Juventus splendida rabbiosa. C’è qualcuno pronto a confrontarsi con il Vecchio Signor Alex Del Piero?
Fonte: Il Roma.net
La Redazione
M.V.
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