Ciao scudetto, occhio al secondo posto: ribadisco l’allarme mentre il Milan, per nulla “distratto” dalla Champions, è a due punti, pronto a guadagnarsi il posto sicuro. Dopo la Fatal Verona – già brutalmente vissuta dal Napoli come se al “Bentegodi” Mazzarri perdesse d’improvviso energia e conoscenza – credo sia arrivata l’ora della verità: la umiliante sconfitta con il Chievo (la terza in tre anni, per non dire di quella che bruciò gli azzurri due stagioni fa al San Paolo) ha rivelato una pochezza fisica e morale che non può essere la giusta misura di un Napoli che ha per mesi e mesi giustificato sogni non impossibili, speranze più che legittime. I mesi del lungo ed esaltante duello con la Juventus. Fino a quando il confronto s’è spostato sul piano internazionale e ai successi dei bianconeri in Champions si sono opposti i clamorosi insuccessi del Napoli, prima eliminato dalla Coppa Italia ad opera di un volonteroso Bologna e poi dall’Europa League sotto i colpi impietosi dei birrai di Pilzen. Non dimentico che entrambi i risultati, a dir poco vergognosi, invece di essere esaminati con attenzione, competenza e senso di responsabilità sono stati salutati come incentivo ai successi di campionato: la Juve e il Milan non sono pieni di mostri e fenomeni capaci di giocare su tutti i fronti ma semplicemente squadre guidate da allenatori che non cercano alibi e vanno in prima linea sempre, in Italia come in Europa, con la squadra migliore e la giusta convinzione. Il peggior Stramaccioni di settimana, quello che va ad affrontare il Tottenham come fosse il Catania, premettendo che a lui importa molto del terzo posto e poco dell’Europa League, appare all’improvviso come un pessimo allievo del Mazzarri che per due stagioni ha gettato al vento occasioni straordinarie per cogliere qualche vittoria e non solo il diritto a partecipare. Come dico ormai da settimane, attenti al Milan che continua a crescere in energia e fiducia e risultati anche con lo “zoppo sorridente” Pazzini, mentre il Napoli ha la faccia triste e enigmatica di Cavani, oggi accusato di esser lui, il fantastico e sempre generoso Matador, al centro della crisi, mentre ribadisco che è arrivata l’ora di dirci la verità su quel ch’è successo dietro le quinte: Mazzarri o De Laurentiis – o entrambi – devono avere il coraggio di affrontare la critica (e il pubblico) non con frasi di circostanza o fumisterie d’accatto ma con argomenti che spieghino cosa sta succedendo al Napoli, improvvisamente imbrocchito come se a nessuno interessasse più salvare la faccia e onorare la maglia. Di questo passo ci si può attendere solo veleni, accuse, addii e la giusta rabbia del popolo azzurro che non ha mollato mai e ha la giusta pretesa di sapere perché ha mollato la squadra.
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