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Italo Cucci: “Siamo vivi, ora i panzer”

Baci da Kiev. Buffon magico. Una cascata di Diamanti azzurri. Scegliete il titolo che vi pare. Magari: Viva l’Italia. L’Italia è viva e va avanti verso la Germania, l’eterna nemica, l’eterna domata. Va avanti al termine di un calvario di passione e di errori. Va avanti avendo scioccamente offerto ai resti dell’Inghilterra l’occasione di arrivare fino ai rigori, quando avrebbe meritato di cadere subito – e rovinosamente – al terzo minuto, quando De Rossi ha beccato il palo. Quell’errore – quel colpo di sfortuna – invece di dare ali agli azzurri li ha come costretti a rivelare tutte le pecche di una formazione pensata male e peggio realizzata. Per dirla subito – e perdonate se l’entusiasmo non frena la critica – il rigore sbagliato da Montolivo dopo l’esordio prepotente e vincente di Balotelli ci ha fatto pensare per un attimo che in quel giocatore a cui nessuno chiede motivo della tristezza che l’avvolge (a Balotelli si chiede, a lui sì) poteva racchiudersi l’alfa e l’omega di una partita sfigata. Poi Pirlo, poi Nocerino, poi Diamanti, il beato Alino Diamanti con il rigore che chiude felicemente la lunga notte dei diavoli e riporta all’inizio del confronto: toccava a lui il posto d’interno, se non altro per compensare il visibilissimo affaticamento di Cassano. E invece anche il non bravo Balotelli avrebbe potuto far di più se, invece di andare a cercarsi palloni a metà campo, avesse avuto adeguati servitori: solo Pirlo, una volta, gli ha offerto un assist magico. Inutilmente. Giocavamo contro noi stessi, addirittura incuranti degli avversari ridotti a pallida idea della storia England. Perfida Albione? Mavalà. Regina in pensione. Avete visto Rooney? Un souvenir from London. La partita l’abbiamo fatta tutta noi, nel bene come nel male e speriamo di non portarci appresso, nella semifinale coi tedeschi, la fatica della lunga notte che Hodgson aveva programmato solo per romperci le scatole, sapendo di non poter fare nulla di più che tentare la sfid dei rigori. E non dite più lotteria: come in una sfilata di Armani (che li veste) gli azzurri incaricati dei penalty hanno praticamente raccontato – ripetendo capolavori ed errori – la partita che li porta felicemente avanti: la scelta dei rigoriti è stata da questo punto di vista lungimirante, non ho bisogno di ripetervi i nomi, vi scorrono davanti coi titoli di coda. Aggiungete: regia di Gigi Buffon, il più grande portiere del mondo, che aveva già salvato l’Italia alle prime battute sul tiro ravvcinato di Johnson. Manca il titolo del film inglese: The Wall. Il muro, Lo abbiamo abbattuto.

Fonte: Il Roma.net

La Redazione

M.V

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