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Italo Cucci: “Siamo modesti e fragili”

E adesso, povera Italia? Con che cuore sopportare il ricordo di due stupendi vantaggi – firmati Di Natale e Pirlo – traditi da due tremendi errori difensivi? È il catenacciaro che vi parla – anzi vi scrive – mai pago degli inviti alla prudenza, mica prudenza vile, solo capacità di elevare solide muraglie dalle quali lanciare micidiali contropiedi. Amarcord. Ma questo è un altro film. Titolo: “Modesti e fragili”. Abbiamo risparmiato la Spagna, portando a casa un solo punto; ci hanno risparmiato i croati, quasi irridendoci, lasciandoci un punto perché appagati della loro posizione di classifica (primi a quota quattro) quando ci hanno avuto in pugno, nell’ultima mezz’ora: siamo ancora dentro, timorosi di un “biscotto” ispano croato, sperando soprattutto nell’onestà dei nostri antichi nemici, contro i quali l’abbiamo spuntata una sola volta, quando nel ’42 l’Italia fascista si inventò lo Stato Libero di Croazia e in un’amichevole a Genova gli rifilammo quattro illustri gol propagandistici. Pozzo di quella vittoria non s’è mai vantato. Fu utile solo per rivelare l’esordiente Valentino Mazzola. I croati non ci hanno mai amato come italiani e in mancanza d’altro, appena davvero indipendenti, nel ’91, ci hanno sempre dato lezioni di calcio, battendoci tre volte e consentendoci due pareggi, come ieri. Quando sembrava che con il magistrale gol di Pirlo avremmo potuto scrivere una nuova pagina di storia (calcistica) non abbiamo mostrato la concretezza tipica dell’Italcalcio cedendo in difesa – proprio come con la Spagna – con un balordo errore a catena: a Danzica aveva cominciato Giaccherini, a Poznan Chiellini. E De Rossi stava a guardare.
A questo punto – nonostante si sentano ancora suonare i violini per il campione giallorosso – ribadisco con maggior forza il giudizio già espresso dopo la prima partita: condannare un fuoriclasse come De Rossi a fare il ramazzatore nell’area azzurra è un delitto calcistico; soprattutto se si rivede con attenzione- in sede di speranzose analisi – il comportamento dei centrocampisti. Come avevo temuto – e detto – Bilic ha fatto marcare duramente Pirlo, tuttavia capace di naturali illuminazioni; Giaccherini ha sgobbato onestamente ma finendo per soffrire la fisicità avversaria; Motta è stato una volta di più ininfluente ed è andata a vuoto – con il risultato – anche la straordinaria partita di Marchisio, l’unico vero guerriero in campo insieme a Buffon. E a Cassano, che non di forza ma dando fondo alle straordinarie doti tecniche aveva meritato di godere una vittoria. Si dirà di Balotelli, usuale capro espiatorio, che ha mancato almeno un gol ma ha impegnato l’intera difesa croata finchè è stato in campo. Dopo, non ricordo altrettanta carica offensiva anche se adesso ci si lamenta di due fuorigioco inventati a nostro danno, particolarmente quello fischiato da Webb a Maggio. Come Prandelli, io credo in una Nazionale di quattordici giocatori, ma stavolta è andata male: passi per Di Natale, che in verità poteva entrare anche dall’inizio, ma Montolivo non ha dato peso alla manovra e Giovinco stavolta era destinato ad essere sopraffatto dai gigantoni di Bilic nonostante ce l’abbia messa tutta. I miei “cambi”? Avrei messo in campo un difensore tosto – Ogbonna – e uno duttile – Balzaretti, per Motta e Giaccherini. In questo poco felice approccio all’Europeo abbiamo pagato il pentimento tattico di Prandelli. Ripeto: nel momento più delicato della partita, mentre i croati ci assalivano da tutte le parti fornendo buon palle al temibile Mandzukic, ho sognato di veder De Rossi spendere la sua classe e la sua forza in mezzo al campo. E adesso, attenti a Trapattoni…

Fonte: Il Roma.net

La Redazione

M.V.

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