Il Napoli ha scelto di vivere in silenzio la vigilia di Londra. Un silenzio sereno, senza paura, soprattutto lontano – e non solo per scaramanzia – dal frastuono che si leva dalla città e dintorni come un immenso incontenibile batticuore. Anche se ierisera si è registrato un improvviso e inatteso sussulto con le sconfitte di Lazio e Udinese. Appena il tempo per dare uno sguardo all’altra classifica, annotare la marcia di avvicinamento al terzo posto e via a rituffarsi nella tranquillità della vigilia Champions. Per molti, troppi, è l’ora dell’iperbole, dei finti confronti involontari con la storia passata, come quel tirar fuori Maradona in tutte le salse: dal traguardo Champions che non colse, all’annoso teorema fiscale che l’affligge, alla “sua” maglia numero10 per Lavezzi (spero che il “Pocho 22” sappia – a differenza dei suoi tardi cultori – con quanto orgoglio Johann Crujiff ha portato per tutta la vita il 14). Insomma: sarebbe bello se tutti, in questo momento, trattenessero il fiato. Il Napoli non ha bisogno di consigli, ma di concentrazione, non di sollecitazioni ma di fiducia. Il rito d’amore va consumato in silenzio pensando soprattutto a quanta strada ha fatto questa Squadra dalla Serie C all’Europa, mai mancando l’appuntamento col successo, sempre mantenendo le promesse. Immagino che Mazzarri stia studiando il Chelsea – peraltro già conosciuto, incontrato, battuto – con la freddezza del cinico calcolatore, soprattutto ad evitare riflessi nervosi sui ragazzi. Non è tipo da furtive lacrime, non m’aspetto esibizione di sentimenti accattivanti: dritto per la sua strada va a cogliere il frutto del lavoro. Non sarà facile, piuttosto, contenere lo straripante De Laurentiis, un presidente sui generis, non per il curioso carattere che si ritrova ma perché fino ad oggi ha mantenuto tutte le promesse fatte. Straordinario italiano. Ma è uomo di mondo e come tale entrerà nel salotto buono di Londra in punta di piedi, pronto a godersi una serata allo Stamford Bridge del Chelsea come fosse al Covent Garden. Il bello – semmai – verrà dopo. Tutto, dopo. Già si parla di storia. Andiamo alla cronaca.
Fonte: Il Roma.net
La Redazione
M.V.
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